Politica, il Nordest sente di pesare poco a Roma

Politica, il Nordest sente di pesare poco a Roma
Com'è cambiato il peso politico di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento nell'ultimo decennio? In peggio, secondo l'opinione pubblica...

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Com'è cambiato il peso politico di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento nell'ultimo decennio? In peggio, secondo l'opinione pubblica dell'area. Guardando i dati analizzati da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, infatti, vediamo che è il 23% a sostenere che l'influenza politica della propria Regione nel Paese sia aumentata nell'ultimo decennio: rispetto al 2009, quanto la quota arrivava al 49%, il saldo è negativo di 26 punti percentuali. All'opposto, si sono fatte strada le componenti che giudicano l'influenza politica del territorio diminuita (33%, +7 punti percentuali rispetto al 2009) oppure che la valutano immutata/non si esprimono (44%, +19 punti percentuali). L'indice sintetico, dato dalla differenza tra quanti giudicano il peso politico aumentato e coloro che invece lo vedono ridotto, passa dal +23 del 2009 all'attuale -10, segnando una sensibile percezione di perdita di centralità.


Come cambiano questi orientamenti nei territori che compongono il Nord Est? In Veneto, il 25% degli intervistati giudica il peso politico della propria Regione accresciuto, il 43% invariato e il 32% lo vede come declinante. In provincia di Trento, invece, prevale l'idea che l'influenza politica sia diminuita (51%), mentre in Friuli-Venezia Giulia sembra maggioritaria una certa idea di stagnazione (52%).


Vediamo, ora, quale percezione mostrano le diverse categorie socioprofessionali. L'idea che il peso politico dell'area sia diminuito appare più presente tra operai (45%), mentre è tra i liberi professionisti (51%), le casalinghe (54%) e i disoccupati (55%) che si è imposta l'idea che non sia cambiato granché. A schierarsi in misura maggiore a favore di un aumento di rilevanza del peso politico delle Regioni nordestine, invece, sono gli imprenditori e i lavoratori autonomi (34%), i tecnici e gli impiegati (28%) e, in misura ancora più marcata, gli studenti (46%). Consideriamo, infine, l'influenza della politica: come cambiano queste percezioni nei diversi elettorati? Tra gli elettori del PD, il 25% giudica il peso accresciuto, il 46% invariato e il 29% lo vede come declinante. L'idea che l'influenza politica del territorio sia aumentata, invece, tende a farsi più consistente tra i sostenitori della Lega (36%) e del Movimento 5 Stelle (28%). Tra gli elettori di Fratelli d'Italia, invece, sembra essere maggiormente consistente la componente che giudica invariato questo fattore (51%), mentre quelli di Forza Italia affiancano all'idea che non sia cambiato granché (49%), una percezione di perdita di importanza (37%).


In democrazia, però, i voti, si contano: due mesi fa, Fugatti ha (ri)vinto le elezioni Provinciali di Trento con il 52%; nell'aprile scorso, Fedriga è stato rieletto alla guida del Friuli-Venezia Giulia con il 64% dei consensi; nel 2020, Zaia ha confermato per la terza volta la sua leadership in Veneto con il 77%. Sono tutti Presidenti riconfermati di quel centrodestra che ha raccolto il 54% dei consensi alle politiche del 2022. Perché, dunque, questo sentimento di marginalità politica? Perché i voti si pesano, anche: e, nonostante tutto, il Nord Est si sente leggero, a Roma.

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Il Gazzettino