Emozioni e debutti in Parlamento: dai vestiti alle prime parole, la giornata dei parlamentari friulani a Roma

Il neo-parlamentare Emanuele Loperfido
Emozione da prima volta in aula o da prima volta nella maggioranza; per alcuni già la testa ai primi impegni, dai provvedimenti taglia-bolletta alla Finanziaria; per altri...

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Emozione da prima volta in aula o da prima volta nella maggioranza; per alcuni già la testa ai primi impegni, dai provvedimenti taglia-bolletta alla Finanziaria; per altri ferri in acqua per costruire un’opposizione coesa. E per non lasciare ombre sui propri partiti, dopo l’elezione del presidente del Senato Ignazio La Russa (Fdi) con 18-19 voti dell’opposizione, due esponenti Fvg della minoranza assicurano: Pd e Iv-Azione hanno votato scheda bianca. 


Sono alcune spigolature tratte dalla prima giornata dei 12 parlamentari del Fvg che ieri hanno inaugurato la loro legislatura sedendo a palazzo Madama e a Montecitorio, per l’insediamento delle Camere. Peraltro, i lavori della Camera sono stati condotti tutto il giorno dal deputato triestino di Iv Ettore Rosato che, come gli ha riconosciuto la concittadina, ma avversaria politica Nicole Matteoni (Fdi), «sa tenere molto bene l’aula». Con buona pace dei proverbiali tempi romani. 


IL CONTESTO


Per le “mise” tutti hanno scelto colori sobri, con il blu quasi d’ordinanza per uomini e donne, cedendo a qualche tono pastello per illuminare l’atmosfera. A distinguersi, i parlamentari di FdI, tutti rigorosamente con il cadeau fatto pervenire dalla leader e premier in pectore, Giorgia Meloni: foulard tricolore per le donne, cravatta blu con tricolore in evidenza per gli uomini. «Spero di continuare a fare il capogruppo, anche se era stata avanzata qualche altra offerta che, però, mi auguro sia tramontata», afferma nel tardo pomeriggio un soddisfatto Luca Ciriani, capogruppo uscente di Fdi a palazzo Madama. 
«Entrare qui è sempre un’emozione, ancor di più questa volta, seduti sui banchi della maggioranza», prosegue il senatore pordenonese, che guarda idealmente al gruppo che potrebbe tornare a guidare: «Ben 66 senatori, un gran numero, quasi un terzo del Senato. Simbolico – aggiunge – il passaggio tra la senatrice a vita Liliana Segre e l’eletto presidente La Russa: è un richiamo all’unità nazionale e il rispetto per una parte politica che è avversaria, ma non più nemica». E proprio al discorso di Segre, che ha aperto i lavori al Senato fino all’elezione del presidente, ha richiamato la senatrice del Pd, Tatjana Rojc, definendolo «un faro nella notte. Il richiamo ai valori fondanti della Repubblica non poteva trovare interprete più autorevole e umanamente profonda della nostra più illustre collega». Il senatore leghista Marco Dreosto ha lasciato il parlamento europeo per arrivare al Senato e considera entrambi i luoghi «affascinanti». Taglia corto sui voti di FI mancati a La Russa e sui 18-19 che sono arrivati dall’opposizione: «La Lega ha fatto il suo dovere. Per il resto, il buon senso ha prevalso e il presidente è stato eletto al primo scrutinio. La prima emergenza da affrontare, ora, è il caro-bollette». 


VOCI


Alla Camera, alle prese con votazioni a vuoto, nell’attesa che il Carroccio sveli il suo vero candidato presidente, la confermata deputata Dem Debora Serracchiani ha già letto politicamente i fatti: «Al Senato si è vista la spaccatura del Centrodestra e l’irrilevanza di Berlusconi. Questo potrebbe essere un problema per il prosieguo del governo». Per i voti dell’opposizione a La Russa, «il Pd ha votato scheda bianca», assicura, «basta guardare bene le immagini per avere ulteriore conferma». Non si pensi, però, che la sorpresa sia giunta dai senatori di Matteo Renzi e Carlo Calenda, avverte subito la neodeputata Isabella De Monte: «Abbiamo fatto una riunione mercoledì sera e la linea è stata chiara: scheda bianca. Cercate altrove e non tra i nostri, che per altro sono in nove».


NOVELLINI E NON


Emozione e molte pratiche da sbrigare tra i nuovi Graziano Pizzimenti (Lega), Nicole Matteoni (Fdi) – che resterà assessore a Trieste – ed Emanuele Loperfido (Fdi), anche lui ancora in carica (a tempo) e che manterrà quella di consigliere «per avere un contatto diretto con il territorio». Non nuovi e tuttavia calati nelle atmosfere del «primo giorno», anche l’ex sottosegretaria leghista e riconfermata deputata Vannia Gava e il collega di partito e di palazzo Massimiliano Panizzut. 

 

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Il Gazzettino