Il ministro Poletti "riscrive" la vita ai giovani: laurearsi tardi non serve

Il ministro Poletti "riscrive" la vita ai giovani: laurearsi tardi non serve
VERONA - «La storia secondo cui per 20 anni si studia, per 30 anni si lavora e poi si va in pensione è una storia finita». Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano...

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VERONA - «La storia secondo cui per 20 anni si studia, per 30 anni si lavora e poi si va in pensione è una storia finita». Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, incontrando oggi gli studenti in Fiera a Verona in occasione della 25. Job&Orienta, il salone nazionale dell'orientamento, scuola, formazione e lavoro.


«La storia - ha aggiunto - secondo cui c'è un posto dove si va a lavorare, la fabbrica, è finita. Il lavoro non si fa in un posto: il lavoro è un'attività umana, si fa in mille posti». Il ministro ha poi continuato: «Faccio spesso un esempio: arrivano delle mail all'una di notte, se le considero interessanti rispondo. Domanda: è un sabato notte, all'una, e io sono nel mio letto; quello è definibile luogo di lavoro? Per me no, però io sto lavorando, e sto rispondendo a una mail». «E nel contratto di lavoro - ha aggiunto - quell'ora fatta all'una di notte tra il sabato e la domenica com'è trattata? In nessuna maniera, perché sarebbe straordinario, notturno, festivo e costa mezzo miliardo».

«Ma noi - si è chiesto Poletti - possiamo continuare a pensare che il lavoro sia questa cosa: un'ora di energia fisica del somaro attaccato alla stanga del mulino ceduta in cambio di dieci euro?. No. È un pezzo della nostra vita, che vuol dire creatività, consapevolezza, responsabilità, fantasia». «Quindi - ha concluso - la formazione, l'alternanza scuola-lavoro secondo me è decisiva perché consente di fare esperienze, di mettere in relazione e di valutare meglio il proprio futuro e le proprie attitudini».
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Il Gazzettino