Addio a Nidia Colmanni: aveva raccontato l’esodo da Fiume

Nidia Colmanni
POLESELLA - Addio a Nidia Colmanni, vedova di Rubis Zemella. Con il marito frequentava abitualmente Polesella, paese di cui era stata più volte ospite in...

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POLESELLA - Addio a Nidia Colmanni, vedova di Rubis Zemella. Con il marito frequentava abitualmente Polesella, paese di cui era stata più volte ospite in qualità di testimone del suo esodo da Fiume nell’ambito delle iniziative legate al Giorno del ricordo, promosse dalla delegazione di Rovigo dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd). Il marito, originario di Polesella e grande appassionato di storia e cultura locale, era autore della monografia “La mia Polesella perduta”, pubblicata nel 1992 con il patrocinio dell’Avis Polesella. Nidia Colmanni è stata socio onorario dell’associazione Polesella Cultura e Territorio e teneva a essere sempre aggiornata sulle iniziative culturali che si svolgevano in paese. Più volte ha portato la sua toccante testimonianza alla cittadinanza e agli studenti di Polesella e Rovigo. A dare il triste annuncio, le sorelle Adelma, Rita e il fratello Theo.


ESODO DA FIUME

Le vicende familiari di Nidia iniziano a Fiume, quando era ancora italiana, e italiana si sentiva tutta la sua famiglia che, per restare tale, fu costretta ad abbandonare la città natale nel 1945. Aveva scritto le vicissitudini della sua famiglia per tutto il periodo della Seconda guerra mondiale, ma i suoi ricordi partivano dai primi anni ’30 quando, ancora bambina, viveva in una casa affacciata sul Golfo del Quarnaro, da cui si vedevano le isole di Cherso e di Veglia. Una situazione idilliaca che, allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Dopo l’8 settembre tutto cambiò per fiumani, istriani e dalmati: i territori occupati da parte dell’Esercito popolare di Liberazione videro deportazioni, imprigionamenti, internamenti nei lager e la tragedia delle foibe. Proprio in una di queste retate Nidia fu catturato il padre Arturo, il 2 maggio 1945 e mai più ritrovato. Con nonni e fratellino, Nidia riuscì a trasferirsi in Italia nell’immediato dopoguerra, prima in Friuli a Spilimbergo fino al 1947, poi a Brescia dove, terminati gli studi, Nidia conobbe il suo futuro marito, con cui si trasferì definitivamente a Cuneo. A Polesella, dove tornava spesso, godeva dell’ospitalità di alcune famiglie, tra cui quelle dell’architetto Daniele Milan, la professoressa Filomena Quaranta e Luciano Milani. L’ultimo saluto a Nidia si terrà domani a Cuneo; la salma proseguirà quindi per Polesella per riposare accanto al marito. 
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Il Gazzettino