Maglietta con i numeri della Marcia su Roma, i parà di Conegliano: «Macchè, è solo una targa»

La maglietta fascista esposta a Conegliano, i parà intervengono dicendo che sono i numeri di una targa
CONEGLIANO - «Macchè marcia su Roma, è solo il numero di una vecchia targa di un’auto che un socio ha fatto diventare maglietta. Nessuna valenza...

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CONEGLIANO - «Macchè marcia su Roma, è solo il numero di una vecchia targa di un’auto che un socio ha fatto diventare maglietta. Nessuna valenza politica. Anche la settimana scorsa era esposta e nessuno ha detto nulla. Non mi era mai successo una cosa così: se dava fastidio, bastava che me lo dicessero e io l’avrei tolta». Questa la giustificazione di Giuseppe Bagatin, presidente della locale sezione ANPdi (Associazione nazionale paracadutisti d’Italia). L’oggetto di contesa è una maglietta nera con numeri che ricordano l’evento storico della Marcia su Roma, esposta alla manifestazione dedicata alle associazioni di Volontariato, svoltasi domenica. Secondo Bagatin, la maglietta non indica affatto una data perchè «non ci sono spazi o tratteggi, chi vede una data è in malafede». E manda al mittente le accuse di apologia di fascismo ma anche lo strascico di polemiche «senza fondamento» nate dall’esposizione dell’oggetto: «nella foto anche una Comma 22, che è per definizione un simbolo antifascista. Io sono una delle associazioni militari che il 25 aprile vanno con il labaro alla cerimonia che commemora la Liberazione».


ESPOSTO DELL’ANPI
Il presidente dell’Anpi Giuliano Venier ironizza: «Se è una targa, mi mostri la foto dell’auto». L’esposto da parte dell’Anpi di Treviso è pronto: «Oggi sarà presentato al prefetto. Per chi ha poca memoria storica o crede alle coincidenze, ricordo che il 28 ottobre 1922 iniziava la marcia su Roma, di cui quest’anno ricorre il centesimo anniversario e 30 ottobre veniva dato l’incarico a Mussolini». Varnier racconta di iniziative «nostalgiche» legate proprio al centerario ormai prossimo, e invita a segnalare: «Si preferisce far finta di nulla, ma sono reati di apologia al fascismo. Anche le istituzioni fanno troppo poco». Il sindaco Fabio Chies, si limita a sottolineare che la «polizia municipale ha fatto il proprio dovere» ma è amareggiato per l’accaduto: «I chiarimenti da parte dell’associazione coinvolta sono arrivati e per me finisce qui. Ciascuno è poi libero di decidere come procedere. Non posso pensare che un evento così, a cui non va data importanza, possa oscurare una festa così importante per la città e che ha richiamato migliaia di persone».


ARTICOLO UNO


Nel botta e risposta si inserisce anche il segretario di Articolo Uno sezione di Treviso, Michele Seno: «Non è stato certo il nostro iscritto che ha segnalato a rovinare la festa - precisa - Ma chi usa riferimenti al fascismo in un’associazione militare, in una festa cittadina. Articolo Uno sosterrà con la firma tutte iniziative contro le violazioni alla Carta costituzionale, portate davanti alle autorità competenti». 

 

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Il Gazzettino