Pnrr, opportunità ma non troppo: l'indice di vulnerabilità esclude dai fondi 21 Comuni

La sede della città metropolitana di Venezia, Ca' Corner
VENEZIA - Metà Comuni della Città metropolitana esclusi dai finanziamenti del Pnrr sui Piani urbani integrati. Dopo i dubbi dei giorni scorsi, inizia ad esserci...

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VENEZIA - Metà Comuni della Città metropolitana esclusi dai finanziamenti del Pnrr sui Piani urbani integrati. Dopo i dubbi dei giorni scorsi, inizia ad esserci chiarezza sull’utilizzo dei primi fondi comunitari da parte dell’ente provinciale.

RIUNIONI DEI SINDACI
Venerdì, dopo una serie di riunioni con i sindaci in videoconferenza, è emerso che i progetti di 21 Comuni del territorio provinciale veneziano non potranno rientrare nel maxi-piano della Città metropolitana. L’Indice di vulnerabilità sociale e materiale (un numero costruito attraverso la sintesi di sette indicatori riferiti alle dimensioni della vulnerabilità sociale e materiale più rilevanti, quali l’incidenza percentuale delle famiglie con 6 e più componenti, l’incidenza percentuale di giovani fuori dal mercato del lavoro e dalla formazione scolastica e l’incidenza percentuale della popolazione in condizione di affollamento grave), inserito nel Decreto legge come spartiacque per la ripartizione dei fondi, colloca infatti questi 21 Comuni tra il gruppo dei “virtuosi” e quindi, in questo caso, li esclude dalle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

GLI INDICATORI
La mediana dell’Indice della Città metropolitana di Venezia è di 97,36. Chi è sotto è stato purtroppo depennato. Questo indice era già stato messo sotto accusa in occasione del bando nazionale sulla rigenerazione urbana, che aveva coinvolto moltissimi Comuni sopra i 15mila abitanti. La graduatoria aveva premiato gran parte dei Comuni del Sud, escludendo il 90 per cento di quelli del Nord.

PROTESTA DELL’ANCI
L’Anci Veneto, ma poi a seguire anche le associazioni dei Comuni di tutta Italia, assieme ai sindaci e ai parlamentari hanno sollevato il problema, costringendo il Governo a stanziare ulteriori 900 milioni per scorrere la graduatoria e garantire il finanziamento dei progetti che erano stati ritenuti validi ma che erano rimasti senza fondi. Ora lo stesso Indice sta creando sperequazioni all’interno del territorio metropolitano, suscitando rabbia e incredulità tra i sindaci. Il progetto della Città metropolitana aveva un valore di 139 milioni. Come previsto dal decreto, il programma doveva avere un dimensionamento economico di almeno 50 milioni di euro. Dopo aver riservato tale importo minimo al progetto di riqualificazione dello stadio di Venezia, considerato di identità metropolitana e proposto direttamente dalla Città metropolitana, si erano resi disponibili 89milioni per il programma di rete metropolitana, che comprendeva i progetti di iniziativa dei singoli Comuni. I progetti dovevano riguardare la manutenzione per il riuso e la rifunzionalizzazione ecosostenibile di aree e di strutture edilizie pubbliche esistenti, per finalità di interesse pubblico; il miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, con particolare riferimento allo sviluppo e potenziamento dei servizi sociali e culturali e alla promozione delle attività culturali e sportive e interventi finalizzati a sostenere progetti legati alle “smart city”, con particolare riferimento ai trasporti e al consumo energetico. Tutti i progetti presentati andavano in queste direzioni, ma quelli dei Comuni che dal punto di vista sociale stanno meglio sono stati per il momento messi nel cassetto, in attesa di un ulteriore bando e di nuovi finanziamenti.


Di “storture che vanno assolutamente eliminate” parlano i consiglieri regionali del Pd, Francesca Zottis e Jonatan Montanariello, che hanno fatto appello al sindaco “metropolitano” Brugnaro affinché, assieme ai primi cittadini degli altri Comuni, si attivi per chiedere a Roma le necessarie modifiche per una più equa redistribuzione dei fondi. Anche per la deputata di« «è urgente una verifica sull’applicazione dell’indice di vulnerabilità. Il territorio – ha detto - ha presentato progetti meritevoli che vanno valutati con oggettività. I fondi del Pnrr sono una boccata d’ossigeno per i Comuni e non possono esserci storture nella loro assegnazione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino