PADOVA - «Ha scoperto donne bellissime, ha esaltato la figura femminile con grande rispetto, ha mostrato il lato sexy dell'America quando era puritana sfidando non...
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Pubblicazione che dagli Stati Uniti si è diffusa in moltissimi paesi del mondo. «Per una manciata di giorni non ho potuto incontrarlo personalmente - ricorda Francesca dal cognome di origini boeme da parte del bisnonno -. Era il 2009. A marzo mi hanno scelta per il servizio sull'edizione italiana della rivista che sarebbe stata pubblicata ad aprile. All'inizio del mese Hefner era stato invitato al Festival di Sanremo. Nell'occasione sono state invitate anche le Playmate dei primi tre mesi, nulla per me in quanto il lancio sarebbe avvenuto il mese successivo. Mi è dispiaciuto non poco. Senza dubbio grazie a lui ho potuto fare esperienze importanti, farmi conoscere di più e lavorare con grandi professionisti. In ogni set, in ogni situazione, dall'evento sponsorizzato Playboy alle feste della rivista, il denominatore comune è sempre stato quello dello stile assoluto e della professionalità. Ad esempio, molti scatti sono molto sensuali, ma le ragazze ritratte non per questo sono ritratte completamente nude. Per quanto mi riguarda, io ho posato nuda, ma non ci sono foto che mi ritraggano totalmente. Questo confine, questa sensibilità, questa attenzione, ha reso unica la rivista. Sarebbe stato infatti molto più semplice e forse redditizio pubblicare il classico nudo totale. Non per Hefner»...
Il Gazzettino