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ROVIGO - Un’irruzione che ha seminato scompiglio in pizzeria, perché sabato sera un ragazzo si è presentato all’interno del Vinile, di via del Sacro Cuore, brandendo una catena e intimorendo con questa i clienti con fare minaccioso. Tanto più minaccioso perché non era chiaro il perché del suo gesto. Fortunatamente la catena è stata solo esibita e non utilizzata per colpire qualcuno, ma questo non toglie che per chi si trovava seduto per mangiarsi una pizza in compagnia, non è stato certo uno degli spettacoli più rassicuranti.
L’INTERVENTO DELL’ARMA
Dopo la chiamata alla centrale operativa dei carabinieri, immediatamente sul posto è accorsa una pattuglia che ha subito riportato la calma. Dopo aver provveduto come prima a cosa a togliere di mano e sequestrare la catena al ragazzo e aver tentato di capire quale fosse il motivo del suo insano gesto, non riuscendo però a venirne a capo, i militari hanno comunque provveduto a identificarlo e a denunciarlo a piede libero per porto abusivo di oggetti atti a offendere.
Il giovane, un 18enne di Fratta Polesine, probabilmente sotto l’effetto di alcol, se non anche di qualche sostanza stupefacente, che non gli è stata comunque trovata nelle tasche con la perquisizione personale, risultava del tutto incensurato.
IL VANDALISMO
Si tratterebbe, infatti, della stessa persona che è stata identificata dalla polizia locale grazie alle telecamere di videosorveglianza quale autore delle scritte con le quali è stata imbrattata la facciata della chiesa di San Francesco e Giustina. A rimarcare l’accaduto era stato il sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo, in un post sulla propria pagina Facebook, commentando in calce alle foto dello sfregio: «La facciata della chiesa San Francesco è stata oggetto di un atto vandalico. Gli autori, grazie anche alla segnalazione di un cittadino, sono stati subito rintracciati e denunciati dalla Polizia locale, che ringrazio per il loro lavoro quotidiano. Il sistema di videosorveglianza ha consentito il riconoscimento di chi ha compiuto questo atto, uno dei quali minorenne. Non c’è alcun compiacimento nel segnalare e soprattutto, nel compiere queste attività repressive. Tutti saremmo felici di non doverle fare, mai. Con l’impegno di tutti, ragazzi, famiglie, sistema educativo, istituzioni, sento il dovere di credere che un po’ alla volta ci riusciremo».
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Il Gazzettino