Oliver Skardy: «I Pitura Freska non tornano, ma io faccio un nuovo album»

Oliver Skardy
Esce tra pochi giorni, il 7 maggio, in un'edizione numerata da signori con tanto di vinile fluorescente, l'edizione del trentennale di Na Bruta Banda, l'album che fece...

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Esce tra pochi giorni, il 7 maggio, in un'edizione numerata da signori con tanto di vinile fluorescente, l'edizione del trentennale di Na Bruta Banda, l'album che fece conoscere in tutta Italia i Pitura Freska. Dentro ci sono brani storici della band veneziana capitanata da Sir Oliver Skardy, da quello omonimo che diede il titolo al disco, a Pin Floi, Marghera (con l'immortale brano Marghera sensa fabriche saria più sana / na giungla de panoce pomodori e marijuana), fino a So mato par ea mona in duetto con Elio delle Storie Tese, cover godereccia de La mia moto del Jovanotti prima maniera, e altri classici che portarono il dialetto veneziano in chiave reggae oltre i confini provinciali, vendendo all'epoca qualcosa come 200mila copie.


 Numeri che oggi si sognano anche i primi in classifica.
«Duecentomila? Forse perfino di più», precisa Skardy a trent'anni di distanza da quell'inizio folgorante.
Una bella soddisfazione rivedere questo album del 1991.
«Me va solo che ben... Ci hanno proposto di ripubblicarlo e non potevamo che essere d'accordo. Xe tuti diritti d'autore che riva».
Prima di Na Bruta Banda c'era solo Ossigeno, una cassettina che girava nei locali.
«Quella cassetta arrivò nelle mani del produttore di Elio, che ci chiamò a Milano per vedere se si poteva fare qualcosa assieme. Eravamo giovani, entusiasti. Conoscemmo dei musicisti fenomenali che ci diedero una mano a creare questo album. Dopo tanti anni a prender botte da tutte le parti, riuscimmo a farci conoscere e a conquistare l'affetto della gente senza effetti speciali come video e promoter. Questa è la più grande soddisfazione».
Altri tempi per la musica.
«Nei primi anni Novanta i gruppi erano ancora considerati, e l'idea di mescolare il reggae con il rock fu una bomba. Oggi il reggae lo contaminano con la trap, l'hip hop... Mah, tutta un'altra cosa. Roba elettronica fata coi compiuter da fioi de desso che no capisse un ....».
E Skardy come se la passa?
«So' ancora drento a far el bideo a scuola. Non sono arrivato a Quota 100: nonostante abbia fatto due lavori, coi contributi versati, me ne hanno riconosciuto solo uno. Ho 61 anni e me ne mancano ancora altri 5 prima della pensione, ringraziamo politici e sindacati. Spero solo che arrivi un'amnistia un po' prima».
Com'è stato il tuo lockdown?
«Di fatto ci siamo fermati solo col locdaun dell'anno scorso. Semo sempre qui a scuola a rischiare... Comunque no go problemi a star in casa mia. Il problema più grosso è per i fioi, rimasti prigionieri. Dovevano fare come per i vecioti che vanno a fare le spese di mattina. Ecco loro si muovono a quell'ora e i ragazzi possono trovarsi in piazza almeno tra le 4 e le 6 di pomeriggio. Del resto è provato che stare all'aperto è meno rischioso».
Vaccinato?
«Ancora no. Ho avuto un infarto e una paralisi, aspetto che me lo dica prima il medico. Fin da piccolo non prendevo mai farmaci se non stavo proprio male. Spero che trovino un siero in grado di debellare la malattia, non solo per aiutarti a fare un po' di anticorpi».
Ma senza vaccinazioni di massa non si potrà ripartire.
«Per me pensano solo ai soldi. Adesso si parla di far ripartire il calcio, di far tornare le Grandi Navi a San Marco... Valgono solo gli interessi economici. Ci voleva una pandemia per far riflettere la gente sugli errori commessi in passato? Sulle schifezze fatte all'ambiente, sui problemi del lavoro, sulle malattie?».
Ahi, anche Skardy contagiato dal pessimismo cosmico? E lo Skardy musicista?
«Sto finendo il mio nuovo album che uscirà a settembre, perché è inutile pubblicarlo prima se non si potrà suonare. Il titolo? Figa e sfiga».
Lo Skardy che amiamo.
«Prima, in giugno, faremo uscire il singolo Venessia comune giamaican. Una canzone nata durante l'ultimo referendum sulla divisione tra Venezia e Mestre, nella quale dico la mia su cosa ne penso».
E ritornare con i Pitura Freska?
«Abbiamo fatto la reunion nel carnevale del 2008 per il concerto in piazza San Marco, ma è finita lì. Non c'è nessuna intenzione di riformare il gruppo, preferisco andare avanti da solo con i Farenight e gli altri musicisti che hanno lavorato con me negli ultimi cinque anni».
La riedizione di 'Na Bruta Banda sarà un bel trampolino anche per il nuovo album.
«Potrebbe essere un semetto, ma poi bisogna vedere se cresse ea pianta...».

Che pianta?
«Eh, eh... na pianta normal».
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Il Gazzettino