Pistole e armi da guerra, sequestrato arsenale, imprenditore in manette

Pistole e armi da guerra, sequestrato arsenale, imprenditore in manette
MIRA - Un ingente quantitativo di armi, anche da guerra, è stato sequestrato e una persona è stata arrestata nel corso di una operazione della Polizia di Stato a Mira. Gli...

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MIRA - Un ingente quantitativo di armi, anche da guerra, è stato sequestrato e una persona è stata arrestata nel corso di una operazione della Polizia di Stato a Mira. Gli agenti della squadra mobile e del commissariato di San Marco hanno posto sotto sequestro una ventina di pistole, fucili modificati, alcuni kalashnikov, e altro materiale. L'arsenale è stato rinvenuto nella terraferma veneziana.








Una ventina di pistole, anche di fattura artigianale dotate di silenziatore, due fucili a canne mozze, due carabine di precisione, un kalashnikov, oltre a munizioni da guerra e a balestre, pugnali e coltelli: un arsenale suddiviso nella varie stanze di una casa di campagna, tra Mira e Borbiago, scoperto dalla polizia di Venezia. Una operazione che ha portato all'arresto di Massimo Rossi, 53 anni, veneziano, attivo nell'impresa di famiglia, e che è apparso molto sorpreso quando una ventina di agenti, con unità cinofile ed artificieri, hanno fatto irruzione nel casolare, con un giardino di oltre 6.000 metri quadrati.



Per lui l'accusa di detenzione di armi. Tutte da chiarire al momento le ragioni della detenzione di un così ingente quantitativo, comprese pistole con la matricola abrasa o di provenienza clandestina. Secondo gli investigatori, tutte le ipotesi restano aperte e saranno approfondite nella seconda fase delle indagini. Di fatto hanno parlato di una sorta di «arsenale a disposizione» ma non si sa ancora di chi e quale sia la provenienza delle armi. Ritenuta improbabile la pista del collezionismo, particolare attenzione viene riservata alle ipotesi legate alla malavita, ma non viene esclusa a priori quella che le armi potessero finire in mano a strutture organizzate anche di matrice terroristica.



A tale riguardo, però, gli investigatori hanno sottolineato che si tratta di una pura ipotesi di lavoro, allo stato senza riscontri concreti, e che non c'è alcuna ragione di allarmismo. Il blitz è scattato al termine di una indagine condotta sulla base di «informazioni sul campo» raccolte dagli agenti del commissariato di San Marco, a Venezia, e si è poi sviluppata in accordo con la squadra mobile. Un'inizio d'indagine su fonti raccolte sul territorio - è stato evidenziato nel corso di una conferenza stampa - dovuto anche alle disposizioni date dal questore Angelo Sanna riguardanti una intensificazione stretta della presenza sul campo delle diverse strutture territoriali della questura.
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Il Gazzettino