Pistola elettrica ai carabinieri: il debutto anche in provincia

I carabinieri a Cittadella
PADOVA - La maggior parte delle volte basta impugnarla senza nemmeno premere il grilletto per ottenere l’effetto deterrente. In caso di necessità, però,...

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PADOVA - La maggior parte delle volte basta impugnarla senza nemmeno premere il grilletto per ottenere l’effetto deterrente. In caso di necessità, però, diventa una vera arma in grado di immobilizzare e stordire una persona pericolosa. Da ieri le compagnie dei carabinieri di Abano e Cittadella sono dotate della pistola elettrica Taser. Già in dotazione agli agenti della questura e ai carabinieri di Padova, ora il Taser fa il suo debutto in due importanti territori della provincia e nei prossimi mesi verrà adottato anche dalle compagnie di Piove di Sacco e Este. L’annuncio di Nicola Molteni, sottosegratario all’Interno, è arrivato sabato pomeriggio e quasi tutti i militari hanno già terminato il periodo di addestramento.

 
COME FUNZIONA
Il Taser emette una scarica elettrica di 5 secondi a intensità regolare e può colpire un bersaglio fino a 7 metri di distanza. Quando viene azionato proietta due piccoli dardi con traiettorie non parallele. I dardi sono collegati tramite dei fili elettrici al dispositivo che produce una scarica ad alta tensione e a bassa intensità di corrente, in grado di far contrarre i muscoli. 
Largamente utilizzato dalle forze dell’ordine negli Stati Uniti, in Italia ha iniziato a diffondersi negli ultimi anni tra la soddisfazione dei sindacati di polizia («così aumenta la sicurezza delle forze dell’ordine») e alcune proteste politiche provenienti soprattutto dall’estrema sinistra, che ricorda come l’arma sia stata inserita dall’Onu nella lista degli strumenti di tortura. 


GLI SCOPI
Per il Ministero dell’Interno, però, è uno strumento assolutamente sicuro. Uno strumento che conosce bene Luigi Manzini, comandante provinciale dei carabinieri di Padova, in servizio a Milano quando l’arma venne introdotta proprio nel capoluogo lombardo per essere sperimentata.
«Il Taser - sottolinea Manzini - viene utilizzato perché non comporta danni permanenti per le persone ma in ogni caso il suo effetto principale è quello deterrente. A Padova finora non abbiamo mai stordito nessuno ma spesso è bastato impugnarlo per far desistere possibili aggressori. Nei casi in cui una persona sia armata di un bastone o di una bottiglia può essere sicuramente utile». 


L’ORGANIZZAZIONE
Attualmente la dotazione per i carabinieri riguarda esclusivamente i nuclei radiomobili, operativi h24 e pronti ad intervenire nelle situazioni più delicate. Non è escluso che la dotazione venga estesa anche ad altri reparti. 
Dopo aver dotato di Taser i poliziotti (la questura di Padova nel 2018 è stata tra le prime in Italia ad avviare la sperimentazione), ora l’obiettivo del Ministero è coinvolgere i carabinieri. Prima si è partiti dalle città capoluogo e poi si è proseguito con le compagnie più grandi basandosi sui dati dell’attività operativa. Inizialmente Abano e Cittadella, poi sarà il turno di Piove di Sacco e infine di Este. 


LA DOTAZIONE
Per i carabinieri il Taser rappresenta il completamento di un percorso avviato negli ultimi anni con la dotazione dello spray al peperoncino e del manganello tonfa, con l’obiettivo di dare ai militari un opzione d’intervento proporzionata alla minaccia ricevuta. 


Oltre a Cittadella e Abano gli altri territori veneti interessati da ieri sono Vicenza, Mestre, Portogruaro, Peschiera del Garda e Conegliano. E a Padova, intanto, i sindacati della Polizia locale premono per poter dare agli agenti la stessa arma. 

 

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Il Gazzettino