Zaia garantisce al Cio: «La pista di bob non sarà uno spreco di denaro»

La pista di bob di Cortina ormai dismessa; per le Olimpiadi se ne farà una ex novo
CORTINA D’AMPEZZO - Tutte le discussioni, sulla pista di bob Eugenio Monti di Cortina, ruotano solamente attorno a dichiarazioni preliminari, a ipotesi di lavoro,...

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CORTINA D’AMPEZZO - Tutte le discussioni, sulla pista di bob Eugenio Monti di Cortina, ruotano solamente attorno a dichiarazioni preliminari, a ipotesi di lavoro, perché non esiste ancora un elaborato ufficiale, sui lavori da eseguire. «Verrà presto affidato l’incarico per la redazione del progetto della pista, fortemente voluta dalla Regione Veneto, che la sostiene, sin dall’inizio del percorso verso le Olimpiadi invernali 2026, e che finanzierà sia il progetto, sia l’esecuzione dell’opera», conferma Gianpietro Ghedina, sindaco di Cortina. 


STRUTTURA EX NOVO
La struttura deve essere interamente rifatta; non sarà sufficiente l’ammodernamento della storica pista di Ronco, degli anni Venti, che ha assunto l’aspetto attuale per le Olimpiadi 1956, poi più volte ritoccata. Attorno all’impianto sportivo vero e proprio sorgerà un parco di intrattenimento, nel quale la Regione crede a fondo, come strumento per garantire la vitalità della pista durante tutto l’anno, non solo nei pochi mesi della stagione agonistica, in inverno. 


LA RISPOSTA AL COMITATO OLIMPICO
«Di certo non vogliamo fare sprechi di soldi – commenta Luca Zaia, presidente della Regione Veneto – ma il rifacimento della pista di bob era ben indicato nel dossier della candidatura italiana alle Olimpiadi invernali 2026, che il Cio ci ha assegnato. Quella pista è un’opera finanziata dagli enti locali. Noi abbiamo fatto, sin dall’inizio, una valutazione sulla sostenibilità. Il Cio ha timori per ciò che accadrà dopo le Olimpiadi; è scottato dal precedente di Cesana, delle Olimpiadi Torino 2006, poi abbandonata. Per Cortina c’è però un piano di gestione, che prevede l’utilizzo negli anni successivi, sia per le gare d’inverno, sia d’estate, con una sorta di parco». Proprio questa visione della struttura non aggrada al Comitato olimpico internazionale: nella riunione di lunedì della commissione di coordinamento, che tiene sotto controllo il cammino dell’Italia verso i Giochi 2026, sono emerse forti riserve. 


PRC: SOLO SFRUTTAMENTO


L’avversità alla pista viene anche dal comitato regionale Veneto di Rifondazione comunista, nel comitato “No alle Olimpiadi invernali Milano Cortina”: «Cominciano a uscire dubbi e richieste di verifica dei progetti che dovrebbero investire le Dolomiti Bellunesi. Un sistema delicato e fragile come la nostra montagna non può essere ulteriormente segnato da progetti e opere così impattanti. La nostra opposizione, sempre espressa apertamente fin dall’inizio, oggi si conferma e si rafforza. Il collegamento sciistico da Cortina ad Alleghe e Arabba è sconosciuto anche alla fondazione Dolomiti Unesco: è un progetto di privati, interessati solo allo sfruttamento del territorio e delle sue potenzialità economiche, e per nulla alle ricadute negative». 
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Il Gazzettino