Coronavirus, la Treviso-Ostiglia sbarrata: «Restate a casa»

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TREVISO - La Treviso-Ostiglia è stata sbarrata per provare ad arginare la diffusione del nuovo coronavirus. Le passeggiate e le corse non sono espressamente vietate. Ma comunque restano caldamente sconsigliate. Dopo le transenne disposte sulla Restera e i cartelli sulle Mura, ieri i volontari della Protezione Civile hanno organizzato dei blocchi anche sull'ultimo miglio della Treviso-Ostiglia, tra via dell'Aeroporto, l'area della Porta del Leon, viale della Serenissima, e il tratto che arriva alle porte del centro storico di Treviso, passando per la vecchia stazione di Santi Quaranta. Il messaggio timbrato direttamente dal Comune è sempre lo stesso: «State a casa si legge sui cartelli limitate gli spostamenti alle sole comprovate esigenze di lavoro, assistenza e salute. Fatelo per i vostri casi, fatelo per la collettività». Ieri non c'era l'affollamento visto nei giorni scorsi sulla Treviso-Ostiglia. Qualche persona, comunque, ha provato a passare accanto ai blocchi. I volontari della Protezione Civile si sono limitati a rivolgere loro alcune domande. E questo è bastato a indurre tutti a tornare indietro. Non ci sono state sanzioni. Solo una moral suasion. Come detto, le passeggiate non sono espressamente vietate dai decreti. Così come le corse per mantenersi in allenamento. In teoria è sufficiente rispettare la prescrizione di tenere la distanza anti-contagio di almeno un metro dalle altre persone, senza creare assembramenti. Oltre a quanto previsto nei decreti, però, Ca' Sugana ha voluto dare un messaggio molto chiaro: soprattutto in questo periodo di picco dei contagi, meglio restare semplicemente a casa. Ci sarà tempo per riprendere l'attività sportiva. Una decisione presa anche perché nei giorni scorsi le piste ciclopedonali in questione si erano subito riempite di trevigiani. Si cercava di mantenere la distanza, certo. Ma quando ci si incrocia sulla Restera e sulla Treviso-Ostiglia è sostanzialmente impossibile. «Non speculate sulle interpretazioni, su quello che si può o non si può fare. Restate a casa ripetono dal Comune in questi giorni dobbiamo avere pazienza e sopportare. Usciamo solo per lavoro o se è strettamente necessario. Facciamolo per difendere la nostra comunità». (mf) 
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Il Gazzettino