La società di nuoto batte cassa: «Il Comune ci deve mezzo milione di euro»

La società di nuoto batte cassa: «Il Comune ci deve mezzo milione di euro»
ADRIA - «Confermo. Adria Nuoto è creditrice nei confronti del Comune di Adria di oltre 500 mila euro». Nel giorno in cui riaprono le vasche interne degli...

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ADRIA - «Confermo. Adria Nuoto è creditrice nei confronti del Comune di Adria di oltre 500 mila euro». Nel giorno in cui riaprono le vasche interne degli impianti natatori di via Lampertheim, con nuoto libero dal lunedì al venerdì. dalle 7 alle 14 e dalle 18 alle 22 (il sabato e la domenica dalle 9 alle 18) e saranno operativi anche i corsi acquagym e hydrobike, l'ex gestore Antonio Baldetti esce allo scoperto. «Il credito - precisa - riguarda utenze e interventi di carattere straordinario. Parte di utenze, come da convenzione, dovevano essere rimborsate dal Comune. Per quanto riguarda invece gli interventi straordinari, Adria Nuoto ha sempre preventivamente comunicato all'Ufficio Tecnico i lavori. Lo stesso forniva assenso verbale a procedere. Venivano poi presentate le fatture quietanzate. Gli interventi di carattere straordinario venivano eseguiti anche di notte per garantire il regolare funzionamento della struttura». 


UN CONTO SALATO
Baldetti conferma che l'ammontare degli interventi straordinari effettuati negli anni è di oltre 180 mila euro. «Solo a distanza di tempo - puntualizza - la dirigente Eva Caporrella ha dichiarato che non potevano essere riconosciuti non essendo stati rispettati i protocolli autorizzativi. Avevamo però seguito le procedure indicate dagli Uffici. Organizzavamo anche i lavori di straordinaria manutenzione ad agosto, chiudendo la vasca coperta, per garantire la ripresa a settembre». 
C'è dell'altro: «Nel 2012 - puntualizza - a seguito del terremoto in Emilia, abbiamo dovuto sostenere i costi di un altro intervento straordinario a causa di rotture sulle linee di sfioro di raccolta acqua della piscina. Avevamo anche fornito il preventivo. La risposta del Comune fu negativa per la mancanza di fondi. Anche in questo caso abbiamo riparato i danni ad agosto. Le perdite d'acqua hanno procurato inoltre aumenti nei costi di gestione». 
La vasca sub? «Nessun sollecito ci è mai pervenuto. Nel 2007 ci eravamo impegnati a costruire al suo posto ambulatori per la medicina dello sport ed il centro benessere». Poi cosa è accaduto? «La convenzione del 1996 scadeva a novembre 2016, ma a fine ottobre 2013, Caporrella ci informò dell'intenzione del Comune di rescindere dalla convenzione. I termini contrattuali per il periodo di proroga per redigere il bando, nonostante le nostre richieste, ci vennero comunicati il 31 dicembre 2013 alle 9.20, con obbligo di firma entro le 13. Il mancato assenso avrebbe pregiudicato il proseguo dell'attività dal 1 gennaio. Durante la proroga siamo stati costretti a sostenere in toto tutti i costi delle utenze oltre a non aver riscosso gli oltre 500 mila euro». 

LO STABILE DI VIA ERMONT
Il fabbricato di via Ermont? «Non sono mai stati chiesti soldi al Comune. L'acquisto è stato effettuato dopo la proposta di ampliamento, formalmente accettata. Il progetto riguardava non solo l'impianto ma anche la copertura di una delle vasche scoperte e di altre aree. L'immobile, oltre a fornire maggiori spazi per riunioni, magazzino e foresteria, sarebbe stato utilizzato come passaggio pedonale per usufruire del parcheggio del Il Porto. Quello della piscina non era più sufficiente. Quanto alle migliorie di risparmio energetico e sicurezza (gruppo elettrogeno e cogenerazione), sempre inerenti all'ampliamento proposto, e di proprietà di Adria Nuoto, nonostante siano movibili, non ci sono mai stati restituiti, in quanto considerati migliorie. La rescissione contrattuale anticipata effettuata dal Comune e il mancato rimborso di quanto dovuto, ha pesantemente influito sull'andamento finanziario della società».

Da parte di Innovasi psecifica: Nessun corso di nuoto. Nessuna richiesta è pervenuta. Non sono previsti da convenzione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino