La Giunta affida al Consiglio comunale la scelta per la gestione della piscina

Nel 2020 il polo natatorio non era inserito tra gli impianti sportivi comunali e il regolamento mai è stato adeguato

La piscina Baldetti svuotata
ROVIGO - Ultimi giorni di amministrazione Gaffeo decisivi per il futuro del polo natatorio. Nei piani della giunta in procinto di lasciare Palazzo Nodari nelle mani di un...

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ROVIGO - Ultimi giorni di amministrazione Gaffeo decisivi per il futuro del polo natatorio. Nei piani della giunta in procinto di lasciare Palazzo Nodari nelle mani di un commissario prefettizio, dopo le dimissioni rassegnate dal sindaco giovedì scorso a seguito dell’uscita del Pd dalla maggioranza, c’è l’obiettivo di portare in consiglio comunale l’atto di indirizzo per la prossima gestione dell’impianto di viale Porta Po. Che poi è il casus belli sul quale si sono avvitate le ultime vicende dell’amministrazione, a partire dall’annuncio della chiusura della struttura fino all’ipotesi ventilata dal gruppo Pd di chiedere una commissione d’inchiesta per far luce sulla vicenda dal 2020 fino all’odierna chiusura del servizio.


IL DOCUMENTO
È proprio sul passaggio in aula dell’atto di indirizzo che più di qualche malumore si è sollevato tra i consiglieri sia di opposizione che di maggioranza. In tanti si sono chiesti perché sia necessario il mandato del consiglio per avviare un iter tecnico come l’indizione di un bando, quasi come se la giunta volesse scaricare la responsabilità sui consiglieri di una cosa che doveva essere fatta da tempo. Per Gaffeo, interpellando per l’occasione il segretario generale Alessandro Ballarin, la questione in realtà è «molto semplice»: lo prevedono le norme e «per il consiglio si tratta di decidere se l’impianto debba diventare a gestione diretta del Comune, cosa impossibile dato che dovremmo far mettere il costume ai nostri dipendenti e mandarli a bordo vasca, oppure ricorrere alla gestione in house e abbiamo già verificato che questa possibilità per il momento è da escludere. Resta solo la possibilità di un bando per affidare la gestione a un soggetto esterno. Bando che comunque è pronto», ma qualche nodo sembra sia ancora da chiarire.


IL PROBLEMA
Uno su tutti: nel “Regolamento per la gestione e l’uso degli impianti sportivi comunali” approvato dal consiglio il 28 febbraio 2020, una decina di mesi prima dell’omologa del concordato fallimentare avvenuta a dicembre dello stesso anno, non vi è traccia delle piscine.
«Il polo natatorio - spiega l’assessore Mattia Milan - non è recepito tra gli impianti sportivi a rilevanza imprenditoriale presenti nel Regolamento. Dall’Avvocatura civica la spiegazione è che l’inserimento tra questi ultimi avviene da quando il Comune è diventato il concedente», ovvero dal momento del concordato. Domanda da profani: ma il Comune non era già il concedente dell’impianto, come previsto dal project financing che ha portato alla realizzazione delle piscine, per l’appunto, comunali, poi affidate al concessionario, ossia la società Veneto Nuoto poi fallita nel 2018, cui il Comune è subentrato negli attivi e nei passivi, come previsto dal contratto di convenzione che non a caso è titolata “Convenzione per l’affidamento in concessione della realizzazione e gestione di un polo natatorio nel Comune di Rovigo”?
Milan risponde senza remore. «Lo doveva fare il dirigente, a lei va rivolta questa domanda», ossia Valeria Orna.


CORSA CONTRO IL TEMPO
A ogni modo, i tempi per il consiglio comunale che dovrebbe discutere le linee di indirizzo, con annesso via libera al bando, sono risicati. E viste le tante perplessità da parte di diversi consiglieri, non è nemmeno scontato che l’aula le approvi. «Se bocciando la proposta pensano di fare un dispetto a me, si sbagliano» taglia corto Gaffeo. Indicativamente, la data in ballo per la convocazione dell’aula è quella del 13 febbraio, un giorno prima che le dimissioni di Gaffeo diventino effettive. «Con l’ok del consiglio il 13 febbraio - chiarisce Milan - partirebbe un avviso esplorativo dal 14. Sono poi previsti 15 giorni di pubblicazione, altri 15 per il ricevimento di proposte o offerte e 30 per la valutazione di queste da parte della commissione aggiudicatrice, come prevede la procedura negoziata. Così si arriverebbe giusto ad aprile, come previsto».


In tutto questo ci sono di mezzo anche i lavori di manutenzione e messa in sicurezza della parte interna dell’impianto, che comportano una variazione di bilancio, anche questa all’esame dell’aula, da 680mila euro per 16 settimane di cantiere. «A oggi l’unico termine per il riavvio dell’attività è il bando - chiude Milan - perché per i lavori si distingue tra gli urgenti, necessari per riaprire l’impianto, e quelli compatibili con l’impianto in funzione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino