Sos piscine: iscrizioni in calo e caro bollette. «Un buco da 200mila euro»

Ranazzurra, l'impianto natatorio di Conegliano gestito da Gabriele Salvadori
CONEGLIANO - Le piscine rischiano di affondare. Stando ai dati registrati tra gennaio e marzo, quest’anno per la struttura al Colnù potrebbe aprirsi un buco da...

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CONEGLIANO - Le piscine rischiano di affondare. Stando ai dati registrati tra gennaio e marzo, quest’anno per la struttura al Colnù potrebbe aprirsi un buco da 200mila euro. Anzi, una voragine, dato che si aggiunge al rosso da 51mila euro del 2021 e a quello da 60mila euro del 2020, quando è esplosa l’emergenza Covid. Colpa del calo delle iscrizioni, diminuite del 25 per cento rispetto al periodo pre-pandemia. Più il caro-bollette: l’importo di quelle del gas è praticamente triplicato. E adesso la società di gestione Ranazzurra chiede aiuto al Comune, proprietario delle piscine.


L’EMERGENZA

«Non chiediamo la carità, ma un aiuto immediato, che è indispensabile – spiega Gabriele Salvadori, da quasi 40 anni al timone degli impianti natatori di via Calpena – auspichiamo sia possibile avere un sostegno attraverso il fondone Covid e il riequilibrio della concessione. Oggi paghiamo noi il 100% delle bollette. Ma è sempre più difficile. E’ necessario rivedere la ripartizione». La precedente concessione prevedeva che il municipio coprisse una parte delle spese per le utenze. Di fatto ora si chiede di tornare a quello schema. Salvadori fa i conti con precisione.


I RINCARI

«Nel febbraio del 2019 avevamo pagato 10.800 euro di gas. Lo scorso febbraio, invece, siamo arrivati a 29.095 euro – rivela – non abbiamo toccato le tariffe. Ma il peso del gas sul costo del biglietto è passato dal 17 al 55%». E piove sul bagnato. Alla luce delle restrizioni per il Covid, nei due anni di epidemia le piscine sono state costrette a chiudere totalmente per 10 mesi. «E anche dopo abbiamo avuto più limitazioni – aggiunge il gestore – ad esempio c’è ancora l’obbligo del Green Pass rafforzato». Tra questo, le abitudini delle persone che forse sono cambiate e timori generali, gli incassi sono calati in modo drastico. «Nel gennaio del 2019 avevamo incassato 71mila euro – è il confronto – mentre a gennaio di quest’anno ci siamo fermati a 43mila euro». La piscina tiene duro con i suoi otto collaboratori, senza contare gli istruttori. «Non abbiamo lasciato a casa nessuno», rivendica il vertice di Ranazzurra. Con l’arrivo della primavera i numeri potrebbero tornare a salire. «Ma quel che è perso, è perso», sottolinea Salvadori. 


L’ATTENZIONE

E si spera che arrivi una mano dal Comune. «Ci teniamo al servizio che viene offerto dalle piscine – mette in chiaro il sindaco Fabio Chies – e stiamo ragionando con gli enti sovraordinati e con gli altri sindaci dell’Ato (l’ambito territoriale, ndr) per trovare una soluzione condivisa». «Siamo pronti a fare la nostra parte, ma le cose vanno fatte bene, senza differenze, bilanciando le iniziative con il fatto che il servizio è gestito da privati – continua – il problema è uguale a quello registrato in altre realtà simili. Per questo è necessario arrivare a individuare una strada comune, senza singole iniziative ad hoc». Intanto Ranazzurra ha presentato una richiesta formale per il riequilibrio della concessione. Si partirà da qui.

 

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Il Gazzettino