TREVISO - La sensazione è che ci stia prendendo gusto, senza però rendersi conto che la situazione gli sta sfuggendo di mano. Anche perché i residenti del...
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LE FIAMME
Il piromane si è dimostrato seriale a trecentosessanta gradi. Si perché oltre alla tecnica utilizzata, ovvero dar fuoco a della carta igienica imbevuta di alcol e cacciarla nel tubo di scappamento delle macchine per poi fuggire in un battibaleno, il responsabile dei vandalismi agisce sempre allo stesso orario, tra le due e le tre di notte. E così è stato anche per l'ultimo raid, al quale hanno assistito inermi i residenti svegliatisi di soprassalto dopo aver sentito il boato provocato dall'esplosione del lunotto della Corsa. «C'era un odore molto acre e forte, di plastica bruciata - racconta una signora che abita proprio nel palazzone davanti al quale era stata posteggiata la vettura -. Le fiamme erano imponenti ma i vigili del fuoco, che hanno usato della schiuma, sono riusciti facilmente a domarle anche se della vettura era ormai rimasto poco da salvare. Poi ci siamo accorti che c'erano dei pezzi di carta igienica a terra, vicino alla ruota anteriore, che stavano per attecchire sul pneumatico, prova che il rogo era certamente doloso». Attribuire l'incendio dell'altra notte alla stessa mano insomma sembra del tutto scontato. Ed anzi il profilo di alcuni sospettati è già stato preso in considerazione dalla polizia.
LE TELECAMERE
Alcuni residenti hanno puntato il dito contro un ragazzo problematico che abita a pochi passi dal punto in cui è stata data alle fiamme l'Opel Corsa, ma altri ancora indicano piste alternative. Gli investigatori ovviamente non possono sbilanciarsi finchè non vengono trovate prove consistenti e inattaccabili, ma oltre alle soffiate ci sarebbero anche delle immagini delle videocamere di videosorveglianza presenti in zona che avrebbero fornito elementi utili alle indagini.
I PRECEDENTI
Le imprese notturne del piromane della carta igienica erano iniziate lo scorso 10 maggio quando l'ignoto vandalo aveva prima incendiato le cassette delle lettere di un condominio di vicolo Fratelli Bandiera, poi aveva appiccato le fiamme a una motocicletta posteggiata poco distante, di proprietà di un giovane straniero. Ne rimase solo lo scheletro e un ammasso di cenere. Si sperava potesse trattarsi di un episodio sporadico. E invece venti giorno dopo è toccato alla Fiat Seicento di un medico radiologo, che aveva posteggiato l'auto nella stessa via. In queste settimane però le forze dell'ordine hanno intensificato i controlli, anche notturni, anche in questa zona, e non è detto che il caso sia ormai vicino alla sua soluzione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino