ROVIGO - Uno schiaffone da 3.333 euro, ma solo se il pagamento arriva subito, altrimenti la cifra sale a 5mila euro: la pipì nel portico della Rotonda costa salata alla...
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ATTI INDECENTI
E così si sono presentati a casa della ragazzina notificando ai genitori una sanzione amministrativa per la fattispecie di atti contrari alla pubblica decenza in luogo pubblico, prevista dall'articolo 726 del Codice penale. Un reato depenalizzato nel 2016, quando è stato trasformato in un illecito amministrativo, che prevede una sanzione amministrativa pecuniaria da 5mila fino a 10mila euro. Una vera e propria stangata che altro non è che un messaggio forte e chiaro che viene lanciato in particolare ai più giovani che, soprattutto d'estate, a volte sembrano non rendersi conto delle proprie azioni. Fra l'altro, quello della ragazzina che senza ritegno si è calata mutande e pantaloni alla presenza di altre persone per espletare i propri bisogni fisiologici non sembra essere stato un caso isolato, perché qualche giorno prima altri ragazzi erano stati ripresi a compiere gesti analoghi e ad utilizzare un porticato che conserva la memoria della storia di Rovigo, come statue, iscrizioni e lapidi che sono state recuperate anche dalla demolizione di antichi palazzi, e che circonda il importante luogo di culto cittadino, con meno rispetto del bagno di casa propria.
ACCESSO VIETATO
Va ricordato, poi che a vietare l'accesso al portico in orario di chiusura al pubblico della chiesa è un'ordinanza del sindaco firmata nel 2013. È per questo che il 18 giugno, durante uno dei costanti controlli da parte dei militari, un 18enne rodigino beccato al di là della balaustra è stato sanzionato con una multa di 50 euro. Una somma ben diversa rispetto a quella comminata alla ragazzina. Per le sanzioni, entro 60 giorni dalla notifica è ammesso il pagamento in misura ridotta di una somma pari al terzo del massimo della sanzione o, se più favorevole, al doppio del minimo. In questo caso è più vantaggioso il pagamento di un terzo dei 10mila euro massimi. Entro un mese si può anche chiedere audizione al prefetto, che sulla base delle memorie presentate, può decidere se applicare o annullare la sanzione, il cui importo può essere determinato anche in base alla gravità della violazione, all'opera svolta dal trasgressore per l'eliminazione o attenuazione delle sue conseguenze, alla personalità e alle condizioni economiche del trasgressore.
F.Cam. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino