Il luna park senza corrente di Bruno conquista Pif: i Pioppi calano il sipario di "Caro Marziano"

Pif e Bruno Ferrin
NERVESA - «Tutto è nato da un'altalena». Bruno Ferrin, anima dei Pioppi di Nervesa, ha raccontato con brio e vivacità, dall'alto dei suoi 87...

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NERVESA - «Tutto è nato da un'altalena». Bruno Ferrin, anima dei Pioppi di Nervesa, ha raccontato con brio e vivacità, dall'alto dei suoi 87 anni, la nascita del suo luna park senza corrente nel cuore del Montello. Lo ha fatto, con la massima disinvoltura, ai microfoni di Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, che ha dedicato al gioiellino nel cuore del Montello l'ultima puntata del suo programma "Caro Marziano", lunedì, su Rai 3. Il luogo, di cui attualmente è titolare Francesco Celante, nipote di Bruno, ha attirato l'attenzione del noto presentatore e regista, dopo aver richiamato negli anni l'interesse di chiunque.

LA STORIA
Pif ha introdotto l'incontro con Bruno partendo dal concetto di tecnologia e dal rapporto che con la stessa c'è attualmente. «Caro marziano - ha esordito Pif - ti racconto una storia di vecchi oggetti scassati trasformati in strumenti di gioia». Così ha detto il presentatore prima di raggiungere Bruno a Nervesa. E lì il fondatore del luna park ha raccontato la nascita dei Pioppi nel 69, anno di fondazione dell'Osteria. Allora, Bruno faceva ancora il venditore di farine e lieviti quando, assieme alla moglie Marisa, decise di aprire una "frasca". Lì voleva collocare un'altalena. «Andai dal fabbro per farmi fare dei ganci, ma mi disse di arrangiarmi - ha raccontato Bruno a Pif - presi la saldatrice e li realizzai con le mie mani». Intanto, nel tempo, l'osteria, da 3-4 tavoli, è arrivata ad avere 1500 posti attirando visitatori dalle località più diverse. E Bruno, recuperando qualsiasi oggetto, da pezzi di vetroresina a cavi delle vecchie linee telefoniche, è riuscito ad arrivare a creare le 50 attrazioni di oggi. «Ho fatto la quinta elementare - ha detto rispondendo a Pif, che gli chiedeva quale fosse la sua specializzazione - A me viene d'istinto così: ho l'idea e poi... A volte vedo una foglia su un albero che fa un movimento e mi viene in mente un gioco». Ecco allora gli scivoli, la centrifuga, che nulla secondo Bruno ha da invidiare a quella di Cape Canaveral, la giostra a catenelle, la ruota "del criceto" e lo slittino. Pif ha coinvolto Vittorio e Anton, due simpatici ragazzi del Baskin, progetto di basket inclusivo, che hanno sperimentato le attrazioni di Bruno, divertendosi e divertendo, non senza qualche appunto. Ma il risultato complessivo è stato un successo. E uno spasso. Tanto che Ferrin a fine puntata ha inviato un messaggio ai marziani. «Spero che vengano qui anche loro - ha chiuso- a trascorrere qualche ora di gioia e spensieratezza!». 

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Il Gazzettino