Poco sole e troppa acqua: nel 2014 avremo meno vino a Nordest

Poco sole e troppa acqua: nel 2014 avremo meno vino a Nordest
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La vite ama il caldo torrido di giorno e una forte escursione termica di notte. Quest'anno non è successo nulla di tutto questo a parte i primi giorni del mese di giugno. Le precipitazioni che hanno caratterizzato questa prima parte abbondante d'estate rischiano di mettere in ginocchio i vigneti e per le vendemmie del prossimo autunno vince un po’ ovunque il pessimismo. L'attuale stato di salute della vite nel Veneto e nel Nordest in generale è stato motivo di dibattito ieri mattina a Legnaro (Padova) all'interno degli spazi universitari dell'Agripolis. Madrina dell'incontro, a cui hanno partecipato un centinaio di addetti ai lavori, è stata Veneto Agricoltura.


I dati della vendemmia 2014 nel Triveneto sono allarmanti: è prevista una riduzione media del 5-10%. Questa sarà più sensibile nelle province di Treviso, Verona, Vicenza e Trento, stazionaria o di pochi punti percentuali inferiore nelle restanti. I motivi sono da ricercare nella minor fertilità delle gemme, nelle grandinate e nello stato sanitario non sempre perfetto soprattutto dei vitigni precoci oramai prossimi alla raccolta.

Mentre l'annata 2013 si era positivamente risolta con il bel tempo sopravvenuto dalla seconda metà di giugno, quest'anno anche un miglioramento meteo a partire dai prossimi giorni non potrà portare la qualità delle uve su alti livelli, come meriterebbero gli sforzi cui i viticoltori si sono sottoposti in queste settimane. Un'annata, questa del 2014, che per piovosità trova simili riscontri solo nel lontano 1995. Erano quasi vent'anni, insomma che nel Nordest non si verificava un'estate così piovosa, con tutte le conseguenze del caso per i raccolti settembrini.

Tra le province nelle quali c'è maggiore ottimismo di riuscita della vendemmia troviamo Belluno. La produzione, salvo imprevisti, sarà più abbondante rispetto allo scorso anno dato che i grappoli si presentano più carichi e rigonfi. Sia per le uve bianche che per quelle nere si stima pertanto un incremento del 15-20% rispetto al 2013. Contrastanti i pronostici degli esperti sulla provincia di Padova. Per le uve a bacca nera la produzione è segnalata in tendenziale condizione di stabilità o leggera diminuzione. Per le uve a bacca bianca si segnala invece un tendenziale aumento di circa il 5% rispetto al 2013. A Rovigo si prospetta un aumento produttivo stimato in cinque punti percentuali. Nel trevigiano le perturbazioni hanno lasciato il segno e le perdite si aggireranno tra il 5 il 15 per cento. Stesso discorso vale per il territorio del veneziano e vicentino. Pollice verso anche nel territorio scaligero dove in alcune zono la perdita rispetto al 2013 potrà raggiungere anche il 20 per cento.

In provincia di Trento, rispetto al 2013, che va ricordata come l'annata più abbondante degli ultimi anni, si prevede quest'anno una riduzione complessiva di uva del 10%. Cali più consistenti sono segnalati per le uve a bacca bianca rispetto alle varietà a bacca nera. Cali contenuti di produzione, infine, anche in Friuli Venezia Giulia.


I viticoltori stanno vivendo questa ultima parte d'estate con grande apprensione. L'obiettivo dichiarato di tutti è quello di poter trovare fino all'inizio delle vendemmie giornate soleggiate, che possano in parte sopperire alle sofferenze che le singole viti hanno dovuto patire da giugno in poi. Se così non fosse il rischio di incorrere in un'annata fallimentare non sarebbe poi così lontano. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino