Operaio morto nella cava. Pio Giaretta lascia due figli e tra pochi mesi sarebbe diventato nonno a 55 anni

Pio Giaretta
CARMIGNANO (PADOVA) - Un lutto, quello di Pio Giaretta, 55 anni, che è anche di una comunità, quella carmignanese della quale la famiglia è originaria e nella...

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CARMIGNANO (PADOVA) - Un lutto, quello di Pio Giaretta, 55 anni, che è anche di una comunità, quella carmignanese della quale la famiglia è originaria e nella quale è molto conosciuta. Una grande famiglia. I genitori, mancati qualche anno fa, hanno avuto sette figli, cinque uomini e due donne. Ora si trovano ad affrontare l'improvvisa scomparsa di uno di loro. Il dolore più grande è dei due figli di Pio, Andrea di 30 anni, e Clarissa di tre anni più giovane e che tra tre mesi lo avrebbe fatto diventare nonno. Era divorziato da tempo. Il legame con figlio e figlia non è mai venuto meno. Famiglia appunto conosciuta quella dei Giaretta che diversi anni fa gestiva una impresa estrattiva nel greto del fiume Brenta: la cava Giaretta. Lo spazio, non più utilizzato se non per svago, ha mantenuto il nome ed in dialetto è noto come "busa dei Giaretta".


LE PAROLE
«Il papà ha sempre avuto la passione per la bicicletta - raccontano Andrea e Clarissa - Bici da strada e mountain bike, due tipi. Tempo fa correva associato ad un gruppo, ora non più. Pedalava da solo o con alcuni amici quando aveva un po' di tempo, prevalentemente nel fine settimana. Macinava chilometri su chilometri». Bicicletta che permette di godersi la natura, il paesaggio, di raggiungere traguardi sempre nuovi e soprattutto di far assaporare veramente la libertà. «Accanto alle due ruote a pedali il tifo per la Juventus. Tifo ora più pacato e tranquillo».


Attenzione anche al prossimo, alla solidarietà espressa nella massima gratuità. «Papà era un donatore dell'Avis da diversi anni», indicano fratello e sorella ricordando anche come il genitore fosse una persona discreta, riservata, per questo nel rispetto del vissuto e nella considerazione di quanto accaduto, risulta non facile raccontare ai più chi fosse il loro papà. Di certo uomo che si dava da fare e che una volta data e ricevuta fiducia, creava amicizie forti e durature, come appunto quelle nate dalla condivisione dei giri in bicicletta. Certamente lavoratore, capace e competente. Dalle prime informazioni raccolte, nell'attesa delle indagini, il dramma pare dovuto ad un malore tanto improvviso quanto fatale. Le indagini sono appunto in essere. Il corpo di Pio Giaretta è sotto sequestro nell'obitorio dell'ospedale di Camposampiero. Solo quando giungerà il nulla osta della magistratura la famiglia potrà definire la celebrazione delle esequie che, considerati i tempi, potranno svolgersi dalla prossima settimana. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino