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PIEVE DI CADORE - Gli segnalano che nel lago c'è della schiuma sospetta e lui, nonostante sia domenica, giusto quella dopo ferragosto, va a verificare di persona. Quando c'è qualcosa relativo al lago di Centro Cadore Stefano Campi, ex assessore in comune a Pieve e in Unione Montana, non guarda l'ora e nemmeno il calendario e si reca sul posto. Quello che ha trovato domenica conferma la segnalazione ricevuta, ma da buon investigatore Campi è arrivato anche all'origine del fenomeno: il depuratore di Calalzo. Non è la prima volta che segnala il malfunzionamento di questi impianti, l'ultimo in ordine di tempo era a Domegge; domenica ha visto e documentato cosa succede a Calalzo. Ha pure cercato di contattare chi di dovere ma senza risultato; numeri muti, «ho fatto anche il 1515 per le emergenze ma non risponde nessuno».
Ennesimo episodio
Campi fotografa vecchi e nuovi rifiuti portati a valle dall'acqua del depuratore e stigmatizza un modo di fare che non è consono a realtà turistiche che vogliono incrementare in positivo l'andamento, ma non se quello che è, giustamente, ritenuto il miglior biglietto da visita viene rovinato da, in questo caso schiume, o da altro genere di rifiuti.
Acque differenti
La zona perlustrata è quella vicina al rio Molinà ed è ben evidente la differenza fra le acque pulite del torrente e quelle marroni e schiumose dello scarico del depuratore. E ricorda che c'è un precedente proprio a Calalzo; che quello che ha visto e documentato è di certo un mal funzionamento tanto che chiama in causa Bim, «capisco che da un depuratore non esca acqua limpida ma nemmeno in queste condizioni». Quella che l'ex assessore sta portando avanti è una vera e propria battaglia in difesa del lago e dopo aver tentato invano di sensibilizzare chi di dovere, stanco di lottare contro i mulini a vento ha formalizzato un'apposita denuncia «è l'ultimo mio atto da cittadino per tutelare il lago, speriamo che i problemi vengano presi in carico e risolti».
Il Gazzettino