OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
PIEVE DI CADORE - Cinque ore in aula, tra eccezioni e costituzioni di parte civile, un’ora di attesa e poi la decisione del gup: tutti e 5 gli imputati rinviati a giudizio per l’incendio doloso che il 24 aprile 2017 distrusse la pizzeria “Mordi e fuggi” di Pieve di Cadore.
Alla sbarra finiranno il 38enne Luigi Zanettin (avvocato Massimo Montino), il 58enne napoletano Giuseppe Lauro (avvocato Giulia Munerin), il 41enne reo-confesso Fabio Laritonda (avvocato Francesco Fontana), il 22enne di Brindisi Pasquale Ferraro (avvocato Mariangela Sommacal in sostituzione del collega Francesco Monopoli) e il titolare della pizzeria Alessandro Piccin (avvocato Jenny Fioraso). I cinque sono accusati in concorso di incendio, truffa ai danni dell’assicurazione e danneggiamento aggravato per quanto avvenne quasi quattro anni fa, alle 3.24 del mattino. Per la Procura di Belluno furono loro a causare l’incendio della pizzeria “Mordi e fuggi”, cospargendo l’interno di benzina e appiccando il fuoco. Le fiamme divamparono fino ai serramenti dello studio dentistico di Domenico Chiesa. Secondo il pubblico ministero «Piccin ideava e pianificava l’azione allo scopo di ottenere il risarcimento dei danni dall’assicurazione».
TAXI E TANICA DI BENZINA
Quella sera Giuseppe Lauro avrebbe trasportato Fabio Laritonda e Pasquale Ferraro sul proprio taxi fino alla pizzeria e poi sarebbe stato innescato il rogo.
LE INTERCETTAZIONI
Ieri mattina l’udienza si è svolta nell’aula grande del Tribunale di Belluno, al terzo piano, usata solitamente per il dibattimento. Iniziata alle 10, si è conclusa alle 15. Gli avvocati della difesa hanno sollevato diverse eccezioni su alcune costituzioni di parte civile (ad esempio quelle di Da Rolt, Bianco e Groupama assicurazioni), su alcune intercettazioni telefoniche, e sui termini, secondo loro non rispettati dal pubblico ministero, per chiedere la proroga delle indagini. Il gup Scolozzi le ha rigettate tutte e rinviato a giudizio i 5 imputati. Si tornerà quindi in aula il 16 novembre, davanti al giudice Zantedeschi, per sentire i primi testimoni della pubblica accusa.
LE PARTI OFFESE
Oltre agli imputati c’è una lista interminabile di persone offese. Venti nomi tra cui compare persino la Dolomitibus dal momento che l’incendio danneggiò la fermata dei bus che si trova proprio di fronte alla pizzeria “Mordi e fuggi” di Pieve. Gli altri sono la parrocchia di Santa Maria (non si è costituita), farmacia “Tiziano sas”, ferramenta Rovara srl, negozio Fioreria Angolo Verde, abbigliamento “L’uomo”, Anna Dall’Acqua, Nellio Candido, Angela Zanettin, Pasquale Arbia, Rocco Bianco, Giovanni Tabacchi, Aman Bagheri, Tuche srl, Sandro Zanardo, Domenico Chiesa, Tiziana Da Rolt, Groupama assicurazioni, Antonio Staiano e la proprietaria del locale della pizzeria Renata Da Rolt. Circa la metà di loro, ieri, si è costituita parte civile per ottenere un risarcimento del danno.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino