VERONA - La Procura di Verona ha iscritto Pietro Maso nel registro degli indagati con l'accusa di tentata estorsione nei confronti delle sorelle dell'indagato. Nel 1991...
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«Si tratta - ha precisato - di una inchiesta avviata sulla base dei contenuti di un esposto presentato direttamente dalle parti lese». Il riferimento è alle sorelle di Maso, Nadia e Laura. È a loro che l'uomo, una volta tornato completamente in libertà, avrebbe chiesto soldi in più occasioni, al punto da indurre le sorelle a segnalare l'accaduto alla magistratura. «Le sorelle di Pietro Maso hanno mandato una lettera-esposto dicendo che il fratello, Pietro, continua a chiedere soldi. La tentata estorsione è verso di loro». Lo chiarisce il procuratoe, dopo che nel pomeriggio i legali di Pietro Maso avevano fatto sapere che l'estorsione sarebbe stata stata nei confronti di terzi e non dei familiari. «Una terza persona la vittima? Io non ci credo, è la prima che sento, dopodiché i legali delle due signore possono sostenere altre tesi, che saranno verificate dalle indagini». «Penso che non sia una questione di eredità - ha aggiunto - qui si tratta di 'schei'».
Le indagini su Maso seguono di pochi giorni una intervista pubblicata da Chi nella quale affermava di non aver ucciso i genitori per denaro, «perché i soldi li avrebbe avuti lo stesso», e rivelava di aver ricevuto tre anni fa una telefonata da Papa Francesco a cui aveva scritto una lettera.
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Il Gazzettino