Pietro Cesare Alberti, il primo italoamericano approdato a New York

Illustrazione di Matteo Bergamelli
Il giorno in cui Pietro Cesare Alberti mise piede sulle coste americane, mica lo sapeva che sarebbe diventato il primo italoamericano approdato a New York. D'altronde, non...

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Il giorno in cui Pietro Cesare Alberti mise piede sulle coste americane, mica lo sapeva che sarebbe diventato il primo italoamericano approdato a New York. D'altronde, non poteva saperlo: era il 2 giugno 1635 e lui era ancora suddito della Repubblica di Venezia. Per altri versi nemmeno New York era ancora New York: si chiamava Nieuw Amsterdam ed era stata fondata dieci anni prima dalla Compagnia Olandese delle Indie Occidentali.


Operazione riuscita grazie all'acquisto di quella che allora era una grande isola al centro del fiume Hudson, ceduta dalla tribù dei nativi Manahatta per sessanta fiorini di ninnoli e perline secondo alcuni storici ovviamente prodotti a Venezia. E sulle sponde del nuovo mondo c'è da dire che Alberti si trovò bene: il 24 agosto 1642 i registri della Chiesa Riformata Olandese di New Amsterdam parlano di lui, Peter Petro Alberto, giovane uomo di Venezia, che sposa Judith Jans, giovane donna di Amsterdam. Era la figlia di Jean Magnee e di sua moglie Martha Chambart, originari delle Fiandre. I Magnee furono fra i primi coloni Ugonotti nella Nuova Olanda. La coppia andò a vivere nella piantagione a Merechawick, nell'attuale Brooklyn, dove tre anni prima Alberti si era costruito una casa. Ebbero la bellezza di sette figli.

Sul perché Alberti avesse deciso di lasciare Venezia in particolare la nativa Malamocco , in modo così definitivo, non vi sono notizie certe: pur essendo nato nel 1608 in uno dei momenti di maggior potenza di Venezia (capace di resistere nel biennio precedente alla scomunica del papato), e pur essendo figlio del segretario del Tesoro Ducale, Andrea Alberti, e di Veronica de Medici, aveva presumibilmente abbracciato la fede protestante. Di fatto fece battezzare tutti i suoi figli nella Chiesa Riformata Olandese.



Quando partì da Venezia, a 27 anni, per imbarcarsi sulla nave olandese de Coninck David (il Re David), era ancora fresco il ricordo della peste del 1630, che aveva flagellato l'intera Europa e aveva prodotto nella sola Venezia decine di migliaia di morti in pochi mesi. Peraltro non fu un caso se Alberti scelse l'Olanda come base di partenza per costruire il suo futuro: le relazioni fra i due paesi erano al tempo assai amichevoli, e malgrado una ufficiale neutralità della Serenissima nella Guerra dei Trent'Anni, una guarnigione di tremila soldati olandesi stazionò a Venezia proprio durante il periodo della peste nera, e proprio a Malamocco, luogo in cui Pietro Cesare era cresciuto e viveva; l'uomo figura negli antichi documenti americani anche come Pieter Cesar, alias Mallemock, proprio dal luogo di provenienza. Queste circostanze potrebbero spiegare la sua conversione alla fede evangelica e il successivo trasferimento in Olanda, prima di lasciare per sempre le coste dell'Europa.

Alberti si acclimatò presto all'ambiente cosmopolita di New Amsterdam: la sua tenuta consisteva di cento acri di terra. Subito dopo il suo matrimonio con Judith tra il 1643 e il 1654 nacquero Jan, Martha, Aert, Marie, Francyntje (morta piccolissima), Willem e Francyn. Ma erano i tempi in cui le coste americane dell'est erano ancora il selvaggio west, e non erano infrequenti gli scontri con i nativi che comprensibilmente mal sopportavano l'espandersi di quella che ai loro occhi era una crescente invasione. Pietro e Judith furono uccisi nel novembre del 1655 in un'incursione indiana, e i sei figli furono affidati ad altre famiglie dalla Orphans Court di New Amsterdam, mantenendo il loro cognome originale, trasformato però dagli olandesi e successivamente dagli inglesi in Albertis, Alburtis e Burtis, cognomi ancora oggi presenti nel tessuto Americano e specialmente nell'area compresa fra Long Island e il New Jersey a testimoniare, nella maggior parte dei casi, la discendenza di Pietro Cesare Alberti.

Da diversi anni a New York si celebra il Pietro Alberti Day, il 2 giugno, anniversario dell'arrivo a Manhattan del primo italoamericano di una delle città più famose nel mondo. Una piccola lastra incastonata su una pietra a Battery Park, a sud di Wall Street, indica il primo luogo di stanziamento del veneziano, all'interno di quello che al tempo era poco più di un fortino. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino