È uno che si dice orgoglioso di essere «veneto-veneto di Conegliano», che non ha alcun timore di dialogare dell'esistenza di Dio e dei risultati della...
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Professor Benvenuti, sorpreso della nomina? Peraltro il suo nome già figurava tra quelli nella lista dei papabili.
«Non più di tanto. La verità è che si sono trovati in una situazione per cui, rimuovendo un presidente senza sostituirlo, si rischiava di creare problemi all'attività scientifiche e industriali dell'Italia nel settore spaziale; e complicazioni internazionali».
Così hanno scelto lei.
«Che ero già stato membro del consiglio di amministrazione dell'Asi, già commissario straordinario dell'Inaf, Istituto nazionale di Astrofisica (di cui divenne poi presidente, ndr), sub commissario nel 2007 all'Asi; e ho lavorato vent'anni con l'Agenzia spaziale europea. Sono pubblico dipendente in pensione e così non posso ricevere alcuna indennità di carica. Eccomi qua al servizio del mio paese».
L'Italia sembra scoprire le proprie grandi potenzialità spaziali quando ci sono questi scossoni.
«Sì è un po' così. Anche se recentemente alcuni risultati ottenuti dall'Asi come la scoperta di un lago salato sotto la superficie di Marte - frutto collaborazione tra ricercatori italiani e Asi ha avuto grande riscontro».
Cosa fa l'Asi?
«L'Agenzia spaziale coordina tutte le attività del Paese che riguardano lo spazio: dalla ricerca del sistema solare, alla navigazione e volo umano, monitoraggio della superficie terrestre, telecomunicazioni e attività militari».
Un bilancio di
«Diretto di 1,3 miliardi circa, ma Asi movimenta tantissimo indotto. E bisogna ricordare che siamo i terzi contributori all'Agenzia spaziale europea dopo Germania e Francia».
Nella graduatoria scientifica?
«Collocati molto bene. Anche per via di eccellenze come il centro Bepi Colombo che ha costruito il razzo che è partito ad ottobre verso Mercurio. In passato con lo scienziato Colombo ho avuto un periodo di collaborazione al progetto Giotto».
Battiston si è lamentato dell'allontanamento dall'Asi. Lei che dice?
«Io mi sono dimesso nel 2007, dopo quattro anni da presidente dell'Istituto nazionale di astrofisica. Mi aveva nominato il ministro Moratti: arrivando il ministro Mussi ho capito che i miei progetti non coincidevano con i suoi. Dimissioni a malincuore, mi è costato tantissimo lasciare tutto il lavoro avviato. Ma c'erano strategie differenti: ho lasciato».
Il commissario Benvenuti ora che farà?
«Mi aggiorno sui progetti in atto e capirò quali sono i più urgenti da sostenere e poi cercherò di dare indicazioni per procedere al meglio. Mi serve un po' di tempo: l'obiettivo è mantenere continuità per le attività in corso, soprattutto con l'Agenzia spaziale europea».
Docente del corso Creazione ed evoluzione presso la facoltà teologica del Triveneto di Padova, nel consiglio pontificio della cultura in Vaticano: nello spazio non vede solo stelle e vuoto.
«Su questo fronte dico sempre che sostenere la fede in un creatore è decisione personale che non può essere dimostrata come un teorema di matematica. E sono convinto che non ci sia assolutamente conflitto tra il credere di essere creature e i risultati che la scienza produce, la scoperta dell'universo e le realtà della fisica. Semmai c'è un grande problema di linguaggi che la scienza e la fede devono studiare a lungo e assieme: la verità non si raggiunge mai da una sola parte, non sta in tasca ad alcuno».
Ha Conegliano, dov'è nato, e il Veneto nel cuore.
«Non sono campanilista ma in generale una regione come il Veneto così dolce e accogliente stimola ad avere un atteggiamento positivo verso gli altri. E poi nel Veneto esiste un forte distretto aerospaziale con tante attività che dovrebbe essere potenziate. Proprio in questo anche l'Asi dovrebbe intervenire; e coordinare». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino