Picchiata dal padre decide di ritirare la querela: «É l'unica persona che ho vicino»

Una 18enne ha deciso di ritirare la querela sporta contro il padre per continuare ad averlo vicino
GIAVERA - Pestata a sangue dal papà ubriaco perché si era rifiutata di andare a prendergli l’alcol, come era già successo altre volte. Eppure la...

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GIAVERA - Pestata a sangue dal papà ubriaco perché si era rifiutata di andare a prendergli l’alcol, come era già successo altre volte. Eppure la 18enne è pronta a ritirare la querela per cercare di “salvare” il genitore. «È l’unica persona che ho, non voglio stare da sola. Papà mi manca. Quando l’ho denunciato non ce la facevo più. Volevo che smettesse di bere». È solo un passaggio della drammatica testimonianza resa ieri mattina in aula durante la prima udienza del processo a carico del genitore. L’uomo, un 40enne di Giavera con un passato turbolento, è accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate. 


L’ARRESTO

Lo scorso febbraio era stato arrestato dai carabinieri dopo aver preso a pugni e schiaffi la ragazza. A chiamare il 112 era stato un amico con cui la 18enne era al telefono quando è scoppiata la lite. «Non stare al telefono, vammi a prendere l’alcol» le aveva ordinato l’uomo. Lei si era rifiutata e lui aveva risposto alzando le mani. L’avrebbe tirata per i capelli, spinta addosso a una porta e colpita più volte sul viso, ferendola al naso nel punto in cui portava un piercing. E anche alla testa. Il referto del pronto soccorso parla di 18 giorni di prognosi. «La ragazza sanguinava dal naso e aveva segni sulle braccia. Piangeva - ha raccontato uno dei carabinieri intervenuti quella sera -. L’appartamento era in disordine: piatti sporchi, vestiti sparsi ovunque e bottiglie vuote dentro agli armadi». Uno spaccato delle difficili condizioni in cui la ragazza si trovava a vivere, lacerata tra il desiderio di tenersi stretto l’unico genitore rimasto e il bisogno di mettere fine a quella violenza. Questi due impulsi contrastanti sono emersi anche ieri. 


IL DRAMMA

Abbandonata dalla mamma da piccolissima, la ragazza è cresciuta con il padre e con la sua nuova compagna, da cui la coppia ha avuto tre bambini. Il 40enne, condannato in via definitiva per guida in stato di ebbrezza, era stato scarcerato da Santa Bona ottenendo i domiciliari. Pochi mesi dopo era tornato in carcere perché la convivente lo aveva denunciato per maltrattamenti. A gennaio era tornato in libertà e la figlia si era trovata da sola con lui. «Litigavamo spesso e da ubriaco diventava violento. Mi dava della puttana se chattavo con i ragazzi. Una volta mi ha anche frustata sulle gambe con il cavo di una piastra» ha detto la ragazza confermando alcuni degli episodi ricostruiti dall’accusa sulla base della sua querela. Altri invece li ha minimizzati e altri ancora smentiti, come l’interruzione di gravidanza risalente a qualche giorno prima dell’arresto del padre, a cui aveva accennato ai carabinieri: «Era una messinscena per il mio ex». Ora l’uomo è sottoposto all’allontanamento da casa e al divieto di avvicinamento alla figlia. La remissione della querela potrebbe far cadere l’accusa di lesioni ma non quella di maltrattamenti. Il difensore Andrea Zambon ha chiesto al collegio la revoca delle misure cautelari, a cui il pm Davide Romanelli si è opposto. Il collegio si è riservato la decisione. 

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Il Gazzettino