Feltre. Picchia la moglie di fronte ai bimbi che intervengono in aiuto della mamma: chiesti 4 anni di carcere

Feltre. Picchia la moglie di fronte ai bimbi che intervengono in aiuto della mamma: chiesti 4 anni di carcere
FELTRE (BELLUNO) - «Condannatelo a 4 anni e 4 mesi». Una doccia fredda per il 34enne di origine tunisina (L.D.), cittadino italiano sposato con una 37enne feltrina,...

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FELTRE (BELLUNO) - «Condannatelo a 4 anni e 4 mesi». Una doccia fredda per il 34enne di origine tunisina (L.D.), cittadino italiano sposato con una 37enne feltrina, che ieri è comparso di fronte al giudice per l’accusa aggravata di maltrattamenti in famiglia. La richiesta di condanna (in cui non sono state previste nemmeno le attenuanti generiche ma solo lo “sconto” previsto dal rito abbreviato) è stata pronunciata dal pm Alberto Primavera, che ieri era in aula nell’udienza che si è svolta in tribunale a Belluno di fronte al gup Elisabetta Scolozzi. L’imputato era affiancato dall’avvocato di fiducia Martino Fogliato. Parte civile costituita nel processo la donna, assistita dall’avvocato Enrico Rech: ha chiesto un risarcimento danni con provvisionale di 20mila euro. La sentenza si conoscerà solo il 5 marzo.

IL PERCORSO

L’arresto scattò nell’aprile 2023 e il marito-padrone dopo 5 mesi di custodia cautelare in carcere ha ottenuto l’avvio di un programma di monitoraggio e rieducazione. Da settembre ha il braccialetto elettronico alla caviglia che lo costringe a stare lontano dalla famiglia, e anche ieri è arrivato in Tribunale con il dispositivo. La difesa con l’avvocato Fogliato nella sua arringa ha sottolineato il percorso positivo che sta facendo, ma solo al momento della sentenza si saprà se questo ravvedimento sarà tenuto in conto dal giudice.

LE ACCUSE

Un inferno la vita in quella casa di Feltre, per moglie e bambini, da quanto emerge nell’accusa. Il processo infatti, che si è celebrato in abbreviato, si basa solo sul fascicolo in mano al giudice, non vengono sentiti testimoni. Il 34enne è accusato di maltrattamenti ai danni della moglie aggravati dalla presenza dei figli, che comportano un pesante aumento della pena. Sono contestate condotte dal 2021 ma anche precedenti. La vicenda venne a galla grazie da una segnalazione ai Servizi sociali fatta dalla scuola del feltrino che aveva individuato un malessere nella madre quando portava i figli a scuola.

IL CONTROLLO

Il marito-padrone la obbligava a scrivere messaggi al marito comunicando ogni suo spostamento, perché lui doveva sapere ogni cosa. Non poteva parlare in casa perché lo disturbava, non poteva andare dal parrucchiere o gestire il proprio stipendio. E poi le botte e gli insulti continui anche davanti ai bimbi, che in più di un occasione erano accorsi per aiutare la mamma. Tra gli episodi contestati quelli avvenuti la notte tra il 10 e 11 febbraio di un anno fa quando l’uomo rientrato ubriaco sarebbe andato in camere da letto per svegliare la moglie che dormiva, intimandole di seguirlo in cucina. Lì il terzo grado: le avrebbe chiesto ripetutamente se qualcuno al lavoro le avesse fatto avances e quando lei “confessava” di aver solo bevuto un caffè con la collega sarebbero partiti gli schiaffi. Poi il marito avrebbe preso un coltello puntandolo al collo della donna. Nel frattempo arrivarono i figli e lui non si sarebbe fermato. Alla fine avrebbe fatto inginocchiare la donna e l’avrebbe costretta dire cose terribili di se stessa di fronte ai bambini. Poi ancora colpi e botte per almeno due ore. Gli altri episodi ricostruiti, avvenuti nel 2022 vedono ancora violenza e tirate di capelli e insulti come «cicciona, sei pelosa, solo i vecchi ti vogliono».

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Il Gazzettino