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VENEZIA - Operazione, è il caso di dire, ad alta tensione nell’ultimo weekend di settembre a Venezia. Siamo a Piazzale Roma. Ieri. Attorno alle 13. L’afflusso di turisti e pendolari è sostanzioso complice la bella giornata offuscata da qualche nuvola. Ed ecco che in uno degli angoli più affollati, quello in fondamenta in corrispondenza degli imbarcaderi Actv, si rischia il peggio. Prima le urla e le grida inconsulte contro chissà chi. Poi i coltelli. Uno seghettato di quelli che si usano per il pane, l’altro da cucina. A impugnarli, roteandoli nell’aria, è un cinquantenne veneziano, con un passato e un presente di tossicodipendenza. Si muove su e giù con la gente sempre più impaurita. Poi le lame le rivolge verso se stesso e comincia a tagliarsi. I primi ad arrivare, richiamati dalla confusione sono i vigili urbani del Pronto intervento. Da subito tentano di instaurare un dialogo con l’uomo in visibile stato di alterazione psicologica. In supporto giungono anche alcune pattuglie delle Volanti, la questura di Santa Chiara è a due passi.
TENSIONE
Ma il cinquantenne non sente ragioni. Non si calma e non appare disposto a poggiare le “armi” come più volte gli viene ripetuto. Da quanto si è potuto appurare, la situazione prende una brutta piega quando il 50enne avanza in direzione degli uomini in divisa con fare minaccioso, coltelli in mano puntati verso i poliziotti: ed ecco che uno di loro gli spara con il taser. Sono attimi concitati e di forte agitazione. Il tutto si svolge sotto gli occhi di tanti che stavano attendendo il vaporetto o che si trovano a transitare in riva.
Il cinquantenne, rimasto stordito dalle scariche della pistola a impulsi elettrici viene immobilizzato e ammanettato a terra, non prima si essere stato disarmato. Rappresentava, di fatto, un pericolo per la sua stessa incolumità e per quella altrui.
Da prassi è stato richiesto anche l’intervento dei sanitari.
DOTAZIONE
Quella di ieri è la seconda volta in cui a Venezia le forze dell’ordine hanno utilizzato il taser, dispositivo in dotazione dalla primavera dello scorso anno, dopo un triennio di sperimentazione. Il decreto è stato firmato dall’allora ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, con l’obiettivo di fornire uno strumento votato in primis alla dissuasione da utilizzare in caso di mancata collaborazione da parte dell’aggressore. Come funziona? Va utilizzato almeno a sette metri di distanza, e spara due dardi-elettrodi che una volta a segno producono una scarica ad alta tensione e bassa densità di corrente in grado di immobilizzare il soggetto.
PRECEDENTI
La prima volta del taser è stata lo scorso 15 giugno sempre in piazzale Roma sempre con la polizia. A farne le spese l’ormai noto senzatetto Pasquale Aita dopo che aveva imbrattato due auto, una dei vigili urbani, l’altra dell’Ulss, dimostrandosi per nulla collaborativo. Lo scorso marzo invece a usarlo a Marghera sono stati i carabinieri ma invano. Per ben due volte infatti il taser si è “inceppato”. Sono comunque riusciti ad avere la meglio sul ragazzo che li minacciava con una spranga, circondandolo e arrestandolo per resistenza a pubblico ufficiale.
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