Torre dell'orologio al buio la sera, ma spunta un piano per illuminarla

Piazza San Marco, la Torre dell'orologio al buio
VENEZIA Al buio. Troppo per essere un simbolo di Venezia e uno scorcio suggestivo di una tra le piazze più fotografate, famose e visitate al mondo, San Marco. Ma...

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VENEZIA Al buio. Troppo per essere un simbolo di Venezia e uno scorcio suggestivo di una tra le piazze più fotografate, famose e visitate al mondo, San Marco. Ma tant’è. 

Lunedì, quando la Torre dell’Orologio era al centro di una tradizione secolare e unica - la processione dei re Magi allo scoccare di ogni ora tra le 8 e le 20 e in scena due volte l’anno, all’Epifania e all’Ascensione, la Sensa - è bastato il tramonto del sole per far calare il sipario anche su di lei. Avvolgendo così nella notte lo spettacolo della processione per il quale, in tanti, si erano messi con gli occhi all’insù a guardare verso le porticine della Torre confidando di assistere alla camminata di Melchiorre, Gaspare e Baldassarre, anticipati da un angelo. Anche su di loro, mentre il sole lasciava il Bacino di San Marco, è calato un sipario naturale al quale la Fondazione dei Musei Civici di Venezia adesso vuole rimediare, con l’installazione di un sistema di illuminazione per rendere visibile il quadrante dell’orologio anche dopo il tramonto. Senza rompere l’armonia di luci della Piazza.
LA LETTERA
A sottolineare la scarsa illuminazione della Torre dell’Orologio, una lettera scritta e indirizzata a Comune e Musei Civici da Marco Gabriele: nato a Venezia, ormai residente fuori città ma con le «radici sempre attaccate alla città, come pure alle sue tradizioni storiche». È lui stesso a raccontare di essere andato lunedì sera, alle 18, in Piazza per godersi la processione dei Magi. «Mi sono recato in Piazza verso le 18 per vedere a malapena delle ombre uscire, all’ora esatta, da una porticina della Torre - è la premessa - La storica Torre dell’Orologio non è illuminata nemmeno da un lumino votivo - scrive - Non solamente non è possibile vedere la processione dei Re Magi, ma tanto meno si leggono i quadranti (analogico e digitale) all’imbrunire mentre tutta la piazza è illuminata.
LA FONDAZIONE MUSEI

Un «innocente disinteresse», come lo chiama Marco Gabriele nella sua lettera, al quale Mariacristina Gribaudi, presidente della Fondazione musei civici di Venezia, ha tutta l’intenzione di porre rimedio: «Abbiamo già messo a budget per il 2020 un’illuminazione che non sia eccessiva - spiega, mostrando come la questione fosse conosciuta - ma riesca al contempo a far luce sul quadrante. L’illuminazione dovrà essere armoniosa con il resto della piazza, può essere che si tratti di faretti, ma ne stiamo parlando con la Soprintendenza. Daremo a questa magica ricorrenza - conclude Gribaudi - maggiore visibilità sui social: ringrazio chi ci segnala e ci dà consigli positivi per migliorare la nostra offerta».

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Il Gazzettino