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VENEZIA - Spariti a fine luglio, quando la polizia locale di Venezia aveva stretto una morsa attorno a loro, i falsi sordomuti sono tornati in azione venerdì scorso nelle chiese dell'area Marciana. Proprio lì dove si erano concentrate le truffe estive, spesso sfociate in violenze e pedinamenti ai turisti. Li hanno ripresi le telecamere della sicurezza interna.
LA TATTICA
Il gancio usato dai falsi sordomuti è sempre lo stesso: si avvicinano in maniera gentile ai turisti, cartelline in mano e penna con la quale firmare a favore di un'inesistente associazione di aiuto ai sordomuti. Le cartelline contengono dei fogli excel con tre diverse bandiere a indicare le diverse lingue: fatta la firma, al momento dell'offerta agli ignari donatori viene mostrato l'importo delle precedenti donazioni sul foglio - per lo più dai 20 ai 50 euro - con la speranza che il nuovo benefattore segua l'esempio dei precedenti. Il denaro del donatore però non basta mai: è così capitato che ad una turista venissero presi i soldi nel portafoglio mentre lei stava dando un'offerta non considerata congrua.
AGENTI IN BORGHESE
Di fronte all'insistenza dei falsi sordomuti - che erano arrivati ad aggredire anche il sacrista di San Zaccaria - la polizia locale era passata al contrattacco.
LA PIAGA
Il fenomeno dei falsi sordomuti era esploso nel 2019 per poi affossarsi con la contrazione del turismo a Venezia, causa Covid. Quest'estate, invece, si era innescata una maggiore aggressività arrivando alla minaccia ad un parroco che stava cacciando un falso sordo dalla chiesa di San Moisé. A muoversi, nel cuore del centro storico di Venezia, erano soprattutto due bande, dandosi il cambio: una trentina di persone in tutto, comprese delle donne. Se pizzicati nelle chiese, non tornavano nei giorni successivi.
Il Gazzettino