Incubo senza fine, il Piave travolge il ponte di barche a Cortellazzo

Incubo senza fine, il Piave travolge il ponte di barche a Cortellazzo
JESOLO - Se il livello del Piave sta lentamente tornando sotto i limiti di guardia, la piena dei giorni scorsi continua a lasciare il segno. Affonda il ponte di barche che collega...

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JESOLO - Se il livello del Piave sta lentamente tornando sotto i limiti di guardia, la piena dei giorni scorsi continua a lasciare il segno. Affonda il ponte di barche che collega i comuni di Jesolo e Eraclea, tra Cortellazzo e Revedoli. L’allarme è scattato attorno alle 8 di ieri, quando gli abitanti della due frazioni hanno sentito due tonfi assordanti. In pochi istanti il ponte che si trova all’altezza del ristorante “Al Traghetto” è quasi completamente affondato: a rimanere in superficie è stata solo una delle due estremità diventata uno dei tanti simboli della devastazione che ha accompagnato gli ultimi giorni il corso del Piave.

 
Ma anche la conferma della potenza del fiume, che in queste ore continua a riversare sulla costa tonnellate di rifiuti, soprattutto alberi e tronchi. Solo una settimana fa il ponte, una struttura privata presente da decenni e  che permette il collegamento tra Jesolo ed Eraclea da via Massaua a via Revedoli, era stata “aperta” e ancorata alla rive del fiume. Una procedura normale per situazioni di emergenza come quella vissuta nelle ultime ore e già utilizzata in passato. In questo modo viene consentito il passaggio della piena e si evita che i detriti impattino contro delle barriere. Nel caso specifico contro il ponte. E proprio ieri i proprietari dovevano iniziare l’intervento per il riposizionamento della struttura, visto il cessato allarme legato alla piena.
Invece qualcosa questa volta è andato storto e ieri mattina, prima che iniziasse l’opera di montaggio, il ponte ha iniziato a scomparire sott’acqua. Al momento rimangono ancora tutta da chiarire le ipotesi dell’affondamento. Non è escluso però che nei giorni scorsi qualche tronco abbia colpito uno dei galleggianti subacquei, danneggiandolo e creando un danno “invisibile” dalle rive. Ma tra le possibili cause anche quella del cedimento delle pareti dell’argine al quale il ponte era stato legato. Tutte ipotesi che verranno accertate nei prossimi giorni, quando la struttura del ponte verrà recuperata e portata a riva. Un’operazione tutt’altro che semplice e per la quale i proprietari del ponte stanno già chiamando delle ditte specializzate. Ancora da definire anche i tempi di ripristino della struttura, che se tutto va bene potrebbe essere riposizionata tra due o tre mesi. Pesanti, di fronte a questa ipotesi, i disagi per la viabilità locale. Da sempre il ponte permette di collegare in modo veloce i comuni di Jesolo ed Eraclea, unendo di fatto le frazioni di Cortellazzo e quella di Revedoli.
La stessa, quest’ultima, che nei giorni scorsi ha vissuto un’altra emergenza per l’evacuazione di dieci famiglie, sempre per l’allarme piena. Particolarmente utilizzato dai turisti nel periodo estivo, e non solo per aggirare le code dei weekend, anche nei mesi invernali il ponte serve una discreta utenza. Si tratta soprattutto di lavoratori pendolari che si devono spostare tra i due comuni. Ma anche dalla autoambulanze che dall’ospedale di Jesolo devono raggiungere Torre di Fine o Eraclea Mare. Senza dimenticare la possibilità di bypassare parte della viabilità ordinaria per raggiungere Carole. Per tutti ora rimane percorribile solo la viabilità ordinaria, con il passaggio per il centro di Eraclea capoluogo e circa 40 minuti di viaggio in più per chi da Jesolo vuole recarsi verso Torre di Fine.

Una serie di ripercussioni che preoccupano, come ha evidenziato il sindaco di Eraclea, Mirco Mestre che ieri pomeriggio si è recato in sopralluogo sulle rive del Piave, di fronte ai resti del ponte. «Dopo l’emergenza dei giorni scorsi – commenta – ora dobbiamo fare i conti anche con questa situazione. Siamo preoccupati perché il ponte permetteva di spostarsi velocemente da Torre di Fine a Jesolo. Per questo era utilizzato anche dal 118 in caso di necessità, mentre tutti ora si dovranno servire dell’unica strada disponibile. Non è un problema solo estivo ma anche per i mesi invernali visto il frequente passaggio di lavoratori pendolari. Come Amministrazione comunale siamo vicino ai proprietari del ponte. Una volta recuperato, bisognerà accertare se il ponte potrà essere recuperato quindi i tempi per il suo riposizionamento». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino