Nuovo impianto sul Piave, la Provincia blocca Grigolin: i cavatori portano la guerra al Tar

L'alveo del Piave
SUSEGANA - La Provincia boccia la richiesta della SuperBeton di riorganizzare il proprio sito produttivo di Ponte della Priula, spostando l'impianto per il recupero di rifiuti...

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SUSEGANA - La Provincia boccia la richiesta della SuperBeton di riorganizzare il proprio sito produttivo di Ponte della Priula, spostando l'impianto per il recupero di rifiuti non pericolosi che oggi sorge nella zona del Piave. E la società del gruppo Grigolin presenta ricorso al Tar del Veneto. E' un vero braccio di ferro quello che ha preso forma all'ombra del Sant'Artemio. La Provincia, dal canto proprio, ha raccolto pareri contrari quanto mai netti: L'intervento di modifica dell'impianto di recupero rifiuti è in sintesi quanto messo nero su bianco dall'autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali configurandosi come un'azione di demolizione con ricostruzione non risulta coerente con i contenuti delle norme di attuazione del piano di gestione del rischio di alluvioni. Un tema più che mai delicato quando si parla di Piave. Ma la situazione non è così semplice. Il master plan per la riorganizzazione proposto dall'azienda, con orizzonte al 2030, riguardava lo stabilimento produttivo che si estende su oltre 20 ettari tra l'argine avanzato e l'argine maestro dello stesso fiume, compresi quasi 130mila metri quadrati di area demaniale in concessione. E' proprio qui che oggi svetta l'impianto usato per il recupero del materiale da demolizione. La società puntava a spostarlo nel cuore del proprio quartier generale.

IL QUESITO
Il progetto presentato in Provincia nell'ambito del procedimento per la valutazione dell'impatto ambientale (Via) è stato inviato anche in Regione. Sono stati questi ultimi uffici a porre il quesito all'autorità di bacino. La direzione del settore regionale che si occupa del dissesto idrogeologico aveva anche preso in considerazione il via libera: La ricollocazione dell'impianto in oggetto in area più interna e protetta appare obiettivamente migliorativa dal punto di vista della sicurezza idraulica. Ma alla fine è arrivato lo stop.

L'AZIENDA


La SuperBeton, da parte sua, aveva evidenziato l'intenzione di riordinare quel tratto di Piave, con annesso ripristino ambientale, spostando l'impianto di recupero di rifiuti più lontano dall'acqua. Il tutto senza toccare le quantità di materiale trattato previste dall'attuale autorizzazione: 150.600 tonnellate all'anno, per un volume di 94.810 metri cubi, con un limite di rifiuti presenti in modo contemporaneo pari a 10mila tonnellate. Fatto sta che non è bastato a evitare la bocciatura. E ora la società del gruppo Grigolin ha presentato ricorso al Tar contro l'archiviazione. La parola passa ai giudici.
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Il Gazzettino