Pfas in Veneto, nuovi giudici popolari: il processo ora rischia di dover ripartire da capo

Pfas in Veneto, nuovi giudici popolari: il processo ora rischia di dover ripartire da capo
Il processo sul maxi-inquinamento da Pfas in Veneto rischia di dover ripartire da zero. Ieri la Corte d'Assise di Vicenza ha integrato la sua composizione con la nomina di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Il processo sul maxi-inquinamento da Pfas in Veneto rischia di dover ripartire da zero. Ieri la Corte d'Assise di Vicenza ha integrato la sua composizione con la nomina di nuovi giudici popolari supplenti. A quel punto le difese degli imputati (15 manager di Miteni, Icig e Mitsubishi Corporation) hanno chiesto di ripetere l'istruttoria dibattimentale. L'istanza sarà formalizzata entro il 2 marzo. «Attendiamo di conoscere cosa dirà la controparte commenta l'avvocato Marco Tonellotto, che con i colleghi Angelo Merlin e Vittore d'Acquarone assiste Acque del Chiampo, Viacqua, Acquevenete e Acque Veronesi ricordando che la stessa dovrà risultare motivata e non manifestamente superflua. Infatti, l'eventuale rinnovazione deve tradursi in elementi di sostanziale utilità difensiva per gli imputati e non risolversi nella mera duplicazione delle prove già esperite».


LA MAPPATURA
Nel frattempo, sempre a proposito di Pfas, sono circa 17mila i siti contaminati in Europa, di cui 2.100 a livelli pericolosi per la salute, dai cosiddetti inquinanti "eterni". È il risultato di un'inchiesta durata diversi mesi portata avanti da 17 media, tra cui Le Monde e il Guardian. Chiamato "Forever Pollution Project", in riferimento a questi composti chimici sintetici quasi indistruttibili sviluppati a partire dagli anni '40 per resistere all'acqua e al calore, l'indagine si basa su metodologie esperte, dati e «migliaia di campioni ambientali» che hanno permesso di effettuare, secondo gli autori del rapporto, la prima mappatura europea di siti contaminati e sospettati di esserlo. Si tratta di un lago norvegese, il Danubio blu, un fiume ceco e vaste aree che circondano la maggior parte dei bacini chimici industriali. Nella mappa redatta sulla base dell'inchiesta, nuona parte del Nord Italia risulta contaminato. Gli stabilimenti produttivi si trovano principalmente in Germania, culla della chimica industriale con le societa Archroma e le americane 3M Dyneon e W.L. Gore, e in Francia con Arkema e Daikin a sud di Lione, ma anche Chemours e Solvay. «Poi arriva il Regno Unito con tre siti, Italia (due), poi Polonia, Spagna, Paesi Bassi e Belgio (uno)», aggiunge Le Monde.


MANIFESTAZIONI


Intanto domani dalle 14 alle 16 si terrà una manifestazione a Trissino per sollecitare la bonifica del sito ex Miteni. L'inziiativa è di 15 gruppi tra associazioni, organizzazioni e comitati, tra i quali Mamme No Pfas e Legambiente. In contemporanea ci saranno due presidi, uno davanti alla sede della giunta regionale a Venezia, l'altro davanti al municipio di Vicenza. E ieri un'altra interrogazione, a firmarla i consiglieri regionali Anna Maria Bigon e Andrea Zanoni (Pd). «Durante la fase di smantellamento dell'ex Miteni - hanno detto - sono state rinvenute lo scorso 20 gennaio due vasche interrate. Si ipotizza siano strutture realizzate nel 1974 per il deposito degli scarti di liquidi di lavorazione industriale ed il cui contenuto estato sottoposto alle analisi di Arpav. A tal proposito, chiediamo innanzitutto di sapere con urgenza quale sia la natura e la funzione delle vasche rinvenute e quali siano i risultati dei campionamenti». E poi c'è il tema dei costo: «Nessuna delle imprese che si occupa dello smantellamento dell'ex Miteni è disposta ad accollarsi i costi dello smaltimento del contenuto di quelle vasche, per questo chiediamo all'assessore all'Ambiente di dirci chi sosterrà la spesa». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino