Pfas e sicurezza della plasmaferesi: ora è scontro fra medici sulle trasfusioni

Pfas e sicurezza della plasmaferesi: ora è scontro fra medici sulle trasfusioni
Non bastasse lo scontro fra la Regione e il ministero della Salute, sul piano sia politico che tecnico, ora sui Pfas si apre una frattura anche all'interno della...

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Non bastasse lo scontro fra la Regione e il ministero della Salute, sul piano sia politico che tecnico, ora sui Pfas si apre una frattura anche all'interno della comunità scientifica, con specifico riferimento al tema del sangue. Ieri i direttori del Centro regionale attività trasfusionali e dei Dipartimenti trasfusionali provinciali si sono riuniti per prendere le distanze dalle valutazioni espresse, il giorno prima, dai vertici del Centro nazionale sangue, della Società italiana di medicina trasfusionale e immunoematologia e del Comitato interassociativo del volontariato italiano del sangue. Affermando «la sicurezza e l'appropriatezza» della plasmaferesi e dello scambio plasmatico attuati su un campione volontario di 111 residenti nella zona rossa della contaminazione, i medici veneti auspicano «l'avvio di un confronto esclusivamente scientifico con l'Istituto superiore di sanità e le Società scientifiche al fine di addivenire ad un corretto inquadramento del problema che è stato registrato in Veneto, ma che è verosimilmente presente anche in altre parti del territorio nazionale, e ad una proposta di soluzione anche sulla base dell'esperienza acquisita».


Per quanto riguarda la sicurezza, i sanitari veneti affermano tra l'altro che «vengono effettuate ogni anno decine di migliaia di plasmaferesi in Italia e milioni di procedure nel mondo», che «se ci fosse anche lontanamente il sospetto di inaccettabili frequenze di reazioni avverse legate alla procedura, questa non sarebbe certo applicata a milioni di donatori di sangue nel mondo» e che «il regime applicato in Veneto per la rimozione dei Pfas è di gran lunga meno invasivo di quello applicato nei donatori di sangue». Conclusione: «L'esecuzione di un numero limitato di procedure di plasmaferesi ogni due settimane (come previsto dal protocollo messo in atto in Veneto fino alla sospensione del 15 dicembre, ndr.) è pratica sicura e sostanzialmente scevra da rischi»...
 
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Il Gazzettino