Miteni bis: inquinamento da Pfas la Procura chiude le indagini, chiamati in causa 8 manager

Pfas
VICENZA - «E' da accogliere con estremo favore la conclusione delle indagini sul secondo filone di inchiesta che vede Miteni (con i propri dirigenti) assieme ai manager...

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VICENZA - «E' da accogliere con estremo favore la conclusione delle indagini sul secondo filone di inchiesta che vede Miteni (con i propri dirigenti) assieme ai manager della società lussemburghese International Chemical Investors tra gli accusati»: è il commento di Acque Veronesi, Acque del Chiampo, Viacqua e Acque Venete, le società idriche che si sono costituite parte civile nel primo procedimento penale contro Miteni per gli sversamenti nelle acque di composti chimici pericolosi dal 2015 fino a due anni fa, alla notizia che la Procura di Vicenza ha chiuso le indagini preliminari sui tronconi relativi alle violazioni ambientali e alla bancarotta fraudolenta, chiamando in causa otto manager, ex dirigenti di Miteni e della società lussemburghese Icig, che deteneva il 100% delle quote di Ici Italia 3 Holding.


«Perché è importante questa inchiesta? Perché confermerebbe quanto sempre sostenuto dalle società idriche - viene detto in una nota - ossia che le condotte di inquinamento ambientale si sono protratte oltre il 2013, data di riferimento della chiusura del primo filone d'inchiesta, e quindi concretizzando anche fattispecie criminose previste dalla legge sugli Ecoreati». Per le società idriche «è un passo importante nell'accertamento di responsabilità gravi sul piano ambientale e sanitario che hanno causato ingenti danni cui, come è noto, proprio le società idriche hanno tempestivamente posto rimedio con misure eccezionali, urgenti ed estremamente onerose». Le nuove accuse della Procura vanno da gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale, violazione delle norme in materia ambientale, false comunicazioni sociali. Secondo i magistrati vicentini, i vertici delle due società dal 2010 al 2018, pur sapendo la grave compromissione ambientale attribuibile alla lavorazione di Miteni, non avrebbero creato fondi ad hoc, come prevede la legge, per la bonifica.
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Il Gazzettino