PADOVA - «L’inquinamento altera negli animali e nell’uomo lo sviluppo del sistema riproduttivo-sessuale, riducendo la fertilità". In uno studio...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Negli animali da laboratorio esposti ai PFAS sia in fase embrionale che post-natale, lo sviluppo del sistema riproduttivo può subire modificazioni strutturali caratterizzate da un ridotto volume del testicolo e da una riduzione del numero di spermatozoi, con conseguente riduzione della fertilità.Il gruppo di ricerca di Carlo Foresta, professore di Endocrinologia e Coordinatore della Rete endocrinologica Veneta, in collaborazione con il dottor Andrea Di Nisio, il professor Diego Guidolin del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova e il professor Nicola Pozzi della St. Louis University, ha studiato i meccanismi che possono determinare una interferenza tra PFAS e controllo ormonale del sistema endocrino-riproduttivo nell’uomo ed ha dimostrato per la prima volta che i PFAS sono in grado di interferire significativamente con il legame tra il testosterone e il suo recettore, occupando lo stesso sito di legame riducendone l’attività di oltre il 50%.Il gruppo di ricerca dell’Università di Padova, coordinato dal professor Foresta, ha dimostrato che i ventenni del terzo millennio, oltre ad una minor produzione di spermatozoi, hanno una maggiore altezza, una maggior lunghezza degli arti rispetto al tronco, una riduzione del volume del testicolo e una riduzione della lunghezza del pene (-0.9 cm) rispetto a precedenti osservazioni.
Se ne parlerà in un convegno che apre domani, giovedì 22, alle 10.45 e si protrae fino a sabato 24 febbraio al Centro Congressi Pietro di Abano. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino