Dal vertice della Pet Engineering a olivicoltore: Moreno Barel lascia l’ufficio per i campi

Moreno Barel
VITTORIO VENETO - Da Ceo di una grande azienda di respiro internazionale ad olivicoltore, il tutto in pochi anni. Dopo quasi 20 anni a capo della PET Engineering di San...

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VITTORIO VENETO - Da Ceo di una grande azienda di respiro internazionale ad olivicoltore, il tutto in pochi anni. Dopo quasi 20 anni a capo della PET Engineering di San Vendemiano, infatti, il 58enne imprenditore trevigiano Moreno Barel ha deciso di cambiare vita per dedicarsi alla natura. Dopo l’acquisto di un grande appezzamento di terra nel vittoriese (tra Anzano e Montaner) ha quindi deciso di calarsi in una nuova sfida rurale a cavallo tra business e cicli naturali in quasi 3 ettari di uliveto e 10 di bosco da riqualificare per realizzare una grande azienda agricola attualmente specializzata nella produzione di olio extravergine (prodotto dall’azienda agricola Rive d’Anzano).

Dopo la vendita della sua azienda nel 2018, Barel ha deciso di cambiare la sua vita nella sostanza, mantenendo però i principi e i valori che negli anni lo hanno portato al successo professionale. Un cambio di vita che è iniziato da un colpo di fulmine con un ulivo, una pianta dall’incredibile forza vitale e capacità di adattamento che può crescere e fruttificare senza bisogno di ricorrere alla chimica a differenza di molti vigneti che spesso vengono sfruttati invece che valorizzati. Da qui la scelta di spostarsi da Refrontolo, dove attualmente risiede, e stabilirsi nel prossimo futuro a Cappella Maggiore. Nei progetti dell'imprenditore il bosco che circonda i suoi uliveti dovrà infatti tramutarsi in uno spazio comune da curare e restituire alla comunità; una zona da rendere sicura per far riscoprire alle persone la bellezza dei panorami della zona e l’importanza di un contatto rispettoso e completo con la natura.

«Lavoro con cervello e cuore - afferma Barel - Nelle nostre zone la cultura dell’ulivo non è nulla in confronto a quella del Prosecco, ma ha una storia che può ritornare con passione e pazienza. Il tutto per una vita a contatto con la natura tutta da scoprire con un approccio non dissimile da quello che nell’antichità faceva partire i mercanti veneziani alla scoperta di nuovi porti e opportunità». Il nome scelto per questa avventura non è infatti casuale, ma incarna perfettamente lo spirito alla base di questo progetto produttivo denominato appositamente “il Mercante d’Olio”. Da imprenditore in giacca e cravatta a olivicoltore la strada non è comunque stata semplice, ma le basi per un futuro roseo in mezzo al verde ci sono tutte.

 

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Il Gazzettino