Inquinamento, l'allarme. Pesticidi nell'acqua dopo i trattamenti dei vignaioli

Inquinamento, l'allarme. Pesticidi nell'acqua dopo i trattamenti dei vignaioli
SACILE - «La situazione dei trattamenti dei vigneti con pesticidi vicino alle zone residenziali sta diventando un grosso problema e gli animi si stanno inasprendo»....

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SACILE - «La situazione dei trattamenti dei vigneti con pesticidi vicino alle zone residenziali sta diventando un grosso problema e gli animi si stanno inasprendo». Parola di Egidio Santin, segretario del Partito del Nord-Autonomia fiscale, ma soprattutto coordinatore del Comitato provinciale per la tutela della salute. «Sono stato chiamato da diversi cittadini esasperati che risiedono nell'Altolivenza - prosegue -. Così ci siamo recati a Caneva, in rappresentanza del comitato, per portare la nostra solidarietà. Durante l'esecuzione di questi trattamenti le persone non possono usufruire dei loro orti e giardini e sono costretti a rinchiudersi in casa per ripararsi dai vapori emessi dagli atomizzatori dei vignaioli».


Diversi regolamenti di Polizia rurale sono stati cambiati dai Consigli comunali, riducendo le distanze minime a soli 5 metri dal confine della proprietà privata. «Parliamo - puntualizza - di sostanze che come nel caso del glifosato, un erbicida usato pure nei frutteti, sono state dichiarate potenzialmente cancerogene dall'Organizzazione mondiale della sanità. Recentemente nel Livenza sono state trovate tracce proprio di glifosato oltre il limite consentito, come è successo a Maniago, Sesto al Reghena e in alcune falde acquifere di Porcia e Fontanafredda». Nel 2016 l'uso di questo pesticida è stato vietato con decreto legge dal ministro Beatrice Lorenzin.

«Un provvedimento poi convertito in legge dal Parlamento e valido per tutte le aree pubbliche, in particolare scuole, giardini e parchi - garantisce Santin -. La cosa grave è che invece nei trattamenti in coltivazioni private è rimasto di libero uso, per una macroscopica contraddizione». La stessa Unione europea, nonostante le continue deroghe, ha previsto per il 2022 il divieto assoluto del suo utilizzo.«Noi, sia chiaro - conclude -, non siamo contro gli agricoltori. Però bisogna necessariamente passare a un nuovo metodo di coltivazione, ecosostenibile e rispettoso della salute di tutti. In diversi casi il valore economico delle abitazioni che si trovano a ridosso di vigneti è sceso, deprezzando la proprietà. Alcuni hanno compreso la necessità di una nuova fase, ma troppi industriali della terra mirano al solo e immediato profitto. Però così non si può andare avanti».

Francesco Scarabellotto
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Il Gazzettino