Peste suina, la Regione Fvg istituisce l'unità di crisi per far fronte all'emergenza

Cucciolata di cinghiali
La Regione istituisce un’Unità di crisi permanente per le emergenze veterinarie. È il tratto più importante di un provvedimento adottato dalla Giunta...

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La Regione istituisce un’Unità di crisi permanente per le emergenze veterinarie. È il tratto più importante di un provvedimento adottato dalla Giunta Fedriga, su proposta dell’assessore alla salute, il vicepresidente Riccardo Riccardi, di concerto con l’assessore alle risorse agricole e forestali, Stefano Zannier. Lo scopo immediato è affrontare la gestione, il controllo e l’auspicabile eradicazione della peste suina, malattia virale infettiva non trasmissibile all’uomo ma particolarmente dannosa per maiali e cinghiali. 


I DANNI
Il problema pone severi problemi per la salute degli animali colpiti e, di conseguenza, per la redditività del settore zootecnico suinicolo, «incidendo in modo significativo sulla produttività a causa di perdite sia dirette che indirette – osserva la Regione - con gravi ripercussioni economiche in relazione agli abbattimenti e al blocco delle movimentazioni delle partite di suini vivi e dei relativi prodotti derivati all’interno dell’Unione europea e nelle esportazioni verso Paesi terzi». L’Unità di crisi deve assicurare il coordinamento della gestione degli interventi e delle misure sanitarie sul territorio regionale nel caso dell’insorgenza di una malattia grave o emergente in base alle regole europee. A convocare l’Unità sarà il direttore del Servizio prevenzione della Direzione centrale salute. Tale dirigente assolverà le funzioni di presidente.


L’ORGANICO
Faranno parte dell’Unità di crisi anche il referente per le tematiche di sanità animale, igiene degli alimenti di origine animale o igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche del Servizio regionale di prevenzione, un direttore di struttura complessa Friuli Venezia Giulia dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie, i dirigenti veterinari delle Aziende sanitarie sui cui territori si sia manifestata la peste suina o altra malattia grave o emergente, nonché un esponente della Direzione centrale delle risorse agricole e forestali e un rappresentante della Protezione civile regionale. 

IL SERVIZIO
L’Unità potrà avvalersi, di volta in volta, di collaborazioni esterne. La sua composizione potrà sempre essere integrata, in base alle circostanze, da rappresentanti istituzionali, esperti tecnico-scientifici o anche esponenti di categoria, qualora tali persone siano ritenute indispensabili per l’efficacia dell’intervento «in ragione della loro professionalità ed esperienza, dei ruoli istituzionali ricoperti o della loro rappresentatività territoriale», come annota la Regione. 

LE CIFRE 


Sul territorio del Friuli Venezia Giulia opera il 3,24% degli allevamenti suinicoli italiani. Il settore registra una continua crescita: nella regione si trovano 822 stabilimenti industriali (erano 790 nel 2020 e 757 nel 2019) e sono allevati 262.893 capi (erano 245.273 nel 2020 e 240.392 nel 2019). Tuttavia, la Regione sottolinea che “nell’ultimo decennio la tendenza indica una lenta diminuzione del numero degli stabilimenti attivi e un sostanziale mantenimento del numero di capi allevati”. Quanto all’orientamento produttivo, in Friuli Venezia Giulia la produzione da ingrasso rappresenta il 38,44% del totale degli stabilimenti e il 51,55% del totale dei capi allevati, rispetto a percentuali nazionali che sono rispettivamente pari a 8,39 e 65,05. Gli allevamenti da riproduzione costituiscono il 3,1% (14,4% a livello nazionale) e i relativi capi allevati rappresentano il 48,37% (34,26% a livello nazionale). Appare significativo, infine, sul piano dei numeri assoluti, il ruolo degli allevamenti a conduzione familiare: sono il 57% del totale in Fvg (76,66% a livello nazionale). Ma in realtà i relativi capi allevati rappresentano soltanto lo 0,07% (0,49% a livello nazionale).

 

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Il Gazzettino