Peste suina, allarme degli agricoltori: paura per la diffuzione della variante africana

BELLUNO - La confederazione italiana agricoltori (Cia) ha annunciato...

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BELLUNO - La confederazione italiana agricoltori (Cia) ha annunciato lo stato di preallerta in Veneto per il rischio di un'eventuale diffusione della peste suina africana. La scelta è motivata anche dalla presenza di migliaia di cinghiali in Valbelluna, da Belluno a Feltre. L'annuncio di Cia Belluno arriva alla luce di un incontro sul tema che ha coinvolto la direzione Prevenzione, sicurezza alimentare e veterinaria della Regione Veneto, i servizi veterinari delle Ulss e le organizzazioni agricole. "Fino ad ora viene spiegato nella nota diffusa dalla confederazione degli agricoltori non sono stati rilevati casi di infezione in Veneto. Tuttavia, la guardia va mantenuta alta".

LA PREVENZIONE

Per il presidente di Cia Belluno, Rio Levis, serve portare avanti «il contenimento di questi animali». Tale malattia, infatti, si può trasmettere tra i cinghiali e i maiali. «Se si diffondesse spiega milioni di suini sani, destinati principalmente alla produzione dei prosciutti Dop, dovrebbero essere prematuramente abbattuti». Di qui la necessità di non farsi trovare impreparati. «È stato avviato un coordinamento fra le autorità sanitarie e le organizzazioni agricole. Fino ad ora spiega Cia Belluno nella nostra Regione non sono stati rilevati casi di infezione. Tuttavia, la guardia va mantenuta alta per scongiurare qualsiasi tipo di rischio».

LE CONTROMISURE

Cosa è necessario fare, dunque, in questo momento? «Dev'essere rafforzata la biosicurezza spiegano da Cia Belluno in particolare mediante apposite recinzioni degli allevamenti. Nella zona eventualmente infetta, la legge prevede la macellazione istantanea di tutti i capi degli allevamenti familiari». Contro la peste suina non esiste un vaccino: si può trasmettere tra i cinghiali e i maiali. Non esiste, però, alcun rischio per l'uomo. «Tutta la provincia è potenzialmente interessata precisa Levis a motivo della presenza di migliaia di ungulati in Valbelluna, da Feltre a Belluno. Serve portare avanti con continuità il contenimento di questi animali mediante l'azione di selecontrollori autorizzati, opportunamente coordinati dalla Provincia». Cia Belluno ricorda inoltre che "due mesi e mezzo fa è stato sottoscritto un protocollo ad hoc fra l'amministrazione regionale e le organizzazioni agricole per la cattura dei cinghiali con gabbie, chiusini, trappole e recinti mobili in rete". La vasta presenza di cinghiali in Valbelluna è cosa nota. Peraltro, i danneggiamenti provocati dai cinghiali si aggiungono ai cambiamenti climatici in atto. A tale riguardo, Cia rileva che nell'annata agraria in corso sono previste riduzioni di rese di mais, orticole, vigneti e prati stabili in tutto il Bellunese. «Gli ungulati rappresentano una criticità pure in termini di pubblica sicurezza, oggi rileva ancora la confederazione degli agricoltori la peste suina africana è presente in Croazia in alcune regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Liguria, Basilicata, Campania e Calabria). L'ultima ordinanza del commissario nazionale alla Psa (la peste suina africana, ndr), Vincenzo Caputo impone controlli sulle carni suine e di cinghiale, il monitoraggio degli ungulati e, appunto, il rafforzamento della biosicurezza nelle aziende suinicole. Se questa malattia si diffondesse, milioni di suini sani, destinati principalmente alla produzione dei prosciutti Dop, dovrebbero essere prematuramente abbattuti. Ciò comporterebbe danni ingenti e in taluni casi permanenti, alla filiera della salumeria nazionale. «Ecco perché non dobbiamo farci trovare impreparati rispetto ad una possibile diffusione della Psa nella nostra Regione», conlude la Cia.

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Il Gazzettino