Pescheria, l'artigianato per spingere il rilancio: 52 espositori e il progetto di un caffè letterario

Pescheria, l'artigianato per spingere il rilancio: 52 espositori
VENEZIA - La Pescheria Nuova e quella Vecchia ieri si sono rivestite di artigianato veneziano. È stata la 12. edizione de La Giornata della creatività, promossa...

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VENEZIA - La Pescheria Nuova e quella Vecchia ieri si sono rivestite di artigianato veneziano. È stata la 12. edizione de La Giornata della creatività, promossa edorganizzata dal comitato Rialto Novo, presieduto da Gabriella Giaretta. «È un'iniziativa che riteniamo utile per la città - ha spiegato la presidente - anche per offrire visibilità agli artigiani che ne sono privi. Alcuni non hanno negozio o bottega, ma lavorano a casa producendo oggetti di indubbio pregio. Gli artigiani sono quasi tutti veneziani, o comunque del nostro territorio. Le due loggette soprastanti permangono desolatamente vuote: noi stiamo lavorando perché una diventi un caffè letterario, e l'altra un'esposizione virtuale, con video e immagini in 3D, che spieghi i commerci veneziani, i prodotti del mercato, gli antichi contatti con il Medio Oriente fino alla Cina. Vedremo se ci ascolteranno».


L'ESPOSIZIONE


Gli espositori sono stati 52, ma all'interno dell'evento c'è stato spazio anche per la malvasia delle Vigne Ritrovate, per un laboratorio riservato ai bambini con la presentazione del libro: L'acquatico viaggio di Bartolo, e per la visione del documentario Il viaggio di Marco Polo, della regista Lilya Pavlovic Dear. Due ex allievi dell'istituto Barbarigo erano impegnati, dietro piccolo contributo, ad offrire cicchetti, pesce fritto e spritz. Cartelli come nizioldeti facevano individuare ogni banco, seguendo le caratteristiche della merce esposta, come calle della Carta, o ponte del Riciclo. Ecco le vecchie perle, il legno e ceramica botanica con piante e argilla, le borse di stoffa, le collane in vetro di Murano, i cuscini in tessuto Vax ed i foulard in seta Batik. Poi marmellate di frutta e verdure a chilometro zero, le collane realizzate con l'antico metodo russo Soutache, le impiraresse, il Thai Pants, bracciali e collane, i libri per l'infanzia e l'adolescenza, i pupazzi realizzati ad uncinetto. Per finire: bigiotteria di perle, tazze in Gres porcellanato, oggetti di ottone e pietre naturali, cammei, ceramiche in Gres, libri e scatole in materiale riciclato, pregiati segnalibri dipinti a mano. Alla base della prima loggia c'è un piccolo edificio incorporato nel prezioso complesso edilizio. È vuoto e la porta è sbarrata. «Non capisco perché l'Amministrazione comunale non si decida ad aprirlo e a restaurarlo - conclude Gabriella Giaretta - un tempo vi erano allocati i bagni per gli operatori del mercato di Rialto, del pesce e dell'ortofrutta. Potrebbe di nuovo essere utilizzato come utile toilette o per altra tipologia di impiego che possa servire al mercato. È sempre un peccato vedere trascurati locali in luoghi pregiati come questo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino