Centrale per pesce e molluschi illegali scoperta dalla Guardia di Finanza

PESCA DI FRODO La centrale scoperta dalla GdF nascondeva anche uno stabulatore per i molluschi
ROSOLINA - C’era il magazzino, con i molluschi destinati alla vendita e con il prodotto seminale, da distribuire nei vivai; c’era anche la vasca di stabulazione e...

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ROSOLINA - C’era il magazzino, con i molluschi destinati alla vendita e con il prodotto seminale, da distribuire nei vivai; c’era anche la vasca di stabulazione e perfino un “angolino” per il pesce d’acqua dolce. Insomma quello che la guardia di finanza ha scoperto a Rosolina, era un vero e proprio hub della pesca illegale, attrezzato per le necessità di contrabbandieri, bracconieri e pescatori di frodo. L’operazione ha portato al sequestro di 10.600 chili di vongole veraci, 500 di semina, 400 di pesce d’acqua dolce e di un terreno di 1200 metri quadrati nel quale venivano abbandonati rifiuti anche pericolosi, oltre a sanzioni amministrative per 12mila euro e a una denuncia penale.


L’INDAGINE AEREA
Tutto è iniziato con il sorvolo della zona da parte della Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Tessera che, con le foto dall’alto, aveva portato a supporre la presenza di una discarica abusiva ed è proseguito con i successivi sopralluoghi, da parte delle sezioni navali di Chioggia e di Porto Levante delle Fiamme gialle, che hanno interessato un capannone tra Chioggia e l’entroterra di Rosolina e un terreno adiacente, nei pressi dell’Adige. I molluschi bivalvi (e la semina) erano privi della documentazione sanitaria di tracciabilità ed erano stoccati irregolarmente nel capannone, in procinto di essere immessi sul mercato. In una pertinenza del capannone stesso, costruita in abuso edilizio, i militari hanno rinvenuto un impianto predisposto per la stabulazione dei molluschi, completo di vasche in acciaio inox, delle pompe interrate per la captazione dell’acqua da un vicino canale, utilizzato per l’irrigazione dei campi, e uno scarico abusivo delle acque, derivanti dalla lavorazione.
IL CAPANNONE
Il capannone è risultato in affitto a una società il cui rappresentante legale, italiano, residente a Rosolina, è stato sanzionato amministrativamente, mentre una denuncia penale, per abuso edilizio e reati ambientali, è stata sporta nei confronti del proprietario del terreno, anch’egli italiano di Rosolina. Poi i militari sono tornati sul luogo per apporre i sigilli e hanno intercettato un rumeno che stava portando via un carico di 400 chilogrammi di pesce d’acqua dolce utilizzando un camion in condizioni igieniche non idonee, come certificato dai veterinari dell’Ulss 5. 
RUMENI E L’ADIGE

Il pesce proveniva dall’attività di pesca di suoi connazionali, con regolare licenza, che, sul terreno sequestrato, raccoglievano il frutto del loro lavoro sul fiume Adige e nei corsi d’acqua adiacenti e, sempre su indicazione del servizio veterinario, essendo stato ritenuto idoneo al consumo, è stato inviato al mercato ittico di Porto Viro che ha provveduto alla vendita, devolvendone il ricavato in beneficenza. Nei confronti dei pescatori rumeni sono in corso indagini per verificare l’eventuale reato di bracconaggio e possibili collegamenti con la “gestione” del magazzino ittico. Il servizio è stato condotto dai militari delle Fiamme gialle aeronavali che monitorano continuamente il territorio della laguna di Venezia e del Delta Po e numerosi corsi d’acqua . Tra fine dicembre e i primi di marzo, sono stati sottoposti a sequestro ingenti quantitativi di molluschi durante le fasi della pesca abusiva, ma l’azione investigativa è stata orientata sempre più verso le fasi della lavorazione, del trasporto e della commercializzazione delle vongole veraci, per assicurare il conferimento al consumo di un prodotto idoneo e certificato.
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Il Gazzettino