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VENEZIA - A dicembre 2022 il racconto di Anna (il nome di fantasia con il quale abbiamo raccontato la storia della quarantenne della Giudecca perseguitata dall'ex fidanzato) non sarebbe stato ritenuto del tutto credibile. Per questo - come confermato da fonti vicine alle indagini - la procura non aveva accolto la richiesta del legale della donna, l'avvocato Vincenzo Di Stasi, supportata anche dalla segnalazione dei carabinieri che avevano ritenuto l'ex fidanzato pericoloso per lei, chiedendo alla procura l'emissione di una misura cautelare. Anna era stata anche sentita in procura in quei giorni a integrazione delle prime denunce (a metà dicembre) ma la sua versione dei fatti non aveva convinto il magistrato che così non aveva dato il via libera all'apertura di un fascicolo per "codice rosso" in tutela delle donne vittime di violenze domestiche.
LE DENUNCE
Il resto è la cronaca raccontata nelle denunce - circa una decina - depositate dalla quarantenne nella caserma dei carabinieri di San Zaccaria e in quella della questura, a Santa Chiara.
L'INIZIO
Anna e il suo ex fidanzato si conoscono ad agosto 2022 e si frequentano per alcuni mesi. «All'inizio - racconta Anna - era tutto normale, poi ha iniziato a cambiare, ha ripreso a bere ed è diventato violento. Io non volevo una relazione così e dopo due mesi l'ho lasciato». Da quel momento le cose, per lei, peggiorano: viene pedinata, ci sono appostamenti sotto casa, messaggi, chiamate e minacce. A dicembre lui le rovescia casa e le impedisce di uscire per una notte. Poi il lancio nel canale della Giudecca: «Mi aveva picchiata, sentivo il sangue e mi sono ritrovata immersa nell'acqua».
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