«Quasi alle spalle l'incubo frana: ora è tempo di far rientrare la gente nelle case»

PERAROLO DI CADORE - A Perarolo il clima è decisamente cambiato: il “peso” della frana che ha tenuto in scacco per anni l’abitato è stata...

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PERAROLO DI CADORE - A Perarolo il clima è decisamente cambiato: il “peso” della frana che ha tenuto in scacco per anni l’abitato è stata disinnescata. Il versante pericolante della Busa del Cristo venerdì alle 13.30 è stato alleggerito di circa 15 mila metri cubi con l’esplosivo, «stiamo attendendo i dati certi» precisa il sindaco Pier Luigi Svaluto e questo, dopo il distacco naturale di altri 8-10 mila di inizio mese. «Si comincia a vedere la luce in fondo al tunnel» assicura Svaluto. Era da tanto che attendevano questo momento gli abitanti del centro storico, soprattutto quelli che in più occasioni e per periodi molto lunghi, come l’ultimo, sono stati costretto fuori casa.


PULIZIA DELL’ALVEO
«L’intervento è riuscito come da programma - assicura il sindaco - ora c’è da pazientare ancora un po’ per la completa pulizia dell’alveo e per attendere l’esito delle valutazioni degli esperti prima di poter dare l’accesso a quella zona. Sarò il più felice quando potrò rimuovere quell’ordinanza». Ordinanza di evacuazione dell’inizio dicembre scorso quando la forte ondata di maltempo accelerò il movimento franoso su uno dei fenomeni geologicamente più complessi della zona. «Ho visto la gente più tranquilla già venerdì pomeriggio, finalmente vedono una luce di speranza» prosegue Svaluto. L’operazione brillamento era l’unica possibile ed è andata come da previsione, del resto alla regia c’è stato il massimo esperto in materia, Danilo Coppe l’artificiere del ponte Morandi di Genova. 


LA LINEA BOTTACIN


Sono rimasti, forse perchè ancorati da qualche opera realizzata in precedenza, due massi che potrebbero scendere in autonomia e se non sarà così verranno fatti scendere, ma non destano preoccupazione. L’idea dell’esplosione per risolvere un’annosa problematica era stata avanzata dall’assessore al Dissesto idrogeologico Gianpaolo Bottacin, che poi aveva trovato supporto dagli esperti delle università di Padova e Firenze. Spiega: «Rendendomi conto che la gente non poteva continuare a star fuori casa ancora a lungo, proposi la soluzione di far esplodere la frana in condizioni di sicurezza visto che le modellazioni dimostravano che non c’era il rischio che il materiale arrivasse alle case. Inizialmente la mia idea fu scartata dai tecnici per il margine di rischio che presentava ma poi venne rivalutata perché oggettivamente era necessario dare risposte ai cittadini in tempi utili». Gli interventi per la mitigazione del rischio sono solo all’inizio, alleggerito il fronte sul torrente si proseguirà con le attività già programmate di rafforzamento dell’argine in destra Boite a consolidamento degli abitati e del piede di frana in sinistra, con diversi drenaggi superficiali e non, e consolidamenti ulteriori con tiranti. Conclusa con successo la fase uno si passa alla successiva.
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Il Gazzettino