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LA FOTOGRAFIA
BELLUNO - I dati che lo Spi Cgil ha estrapolato circa le pensioni di uomini e donne in provincia di Belluno parlano da soli. E raccontano una situazione che per molti - anzi: soprattutto per le donne - è ben al di sotto la soglia della povertà. Il numero totale dei pensionati del settore privato in provincia di Belluno è di 51.643, ovvero poco più di un quarto del totale dei bellunesi. Di questi 22.260 sono uomini, 29.383 le donne. Il gruppo è guidato dai pensionati del capoluogo (10.513), seguiti da quelli di Feltre (6.237). Poi ecco Sedico (2.793); giù dal podio Ponte nelle Alpi (2.498). Una classifica che segue l’andamento demografico degli abitanti anche in coda con il gruppo dei 61 Comuni chiuso nell’ordine da Perarolo di Cadore (120), Colle Santa Lucia (109) e Zoppè di Cadore (72).
L’ALLARME Ma ciò che ha mosso l’allarme dello Spi Cgil sono altri i numeri. A partire dal fatto che fra gli uomini il numero di quanti percepiscono una pensione inferiore ai mille euro è di 8.498, pari al 38%; mentre fra le donne sale addirittura a 23.889 (81,3%). E a questo punto si spiega anche un paradosso dei dati nei quali appare che la media delle pensioni sotto i mille euro degli uomini è di 464 ero, quella delle donne sale a 522 euro. «È vero – spiega Rita Gentilin, segretaria dello Spi Cgil di Belluno – ma, come visto, gli uomini che percepiscono più di 1.000 euro sono più del doppio delle donne e le loro pensioni sono più alte.
LA LETTURA Nella tabella riassuntiva e nel materiale elaborato dallo Spi Cgil compaiono le seguenti voci: numero di pensioni, importo medio, totale pensioni al di sotto dei 1.000 euro, importo medio pensione, stima del numero dei pensionati sotto i 1.000 euro, stima dei pensionati totali, percentuale delle pensioni sotto i mille euro. Di queste vanno spiegate soprattutto due voci: numero di pensioni e numero di pensionati, perché esse forniscono numeri diversi. «La discrepanza si spiega con il fatto che alcuni hanno continuato a lavorare anche dopo essere andati in pensione – dice Gentilin - e percepiscono una seconda pensione, ancorché molto bassa, magari attorno ai 50 euro mensili». Ma questo elemento inquina un po’ la lettura dei dati perché pensioni così basse fanno media con pensioni più alte.
PENSIONI DALL’ESTERO Un’altra considerazione riguarda le pensioni percepite per il lavoro all’estero: non rientrano in questa ricerca. Ma ci può essere il caso di chi incassa un assegno molto basso per il lavoro svolto per pochi anni in Italia, ma che nel contempo percepisce una somma dall’estero dove ha lavorato la maggior parte della propria vita. «In realtà sono pochi quelli che godono di due pensioni – conclude la segretaria dello Spi Cgil – e le pensioni risultano comunque basse. In particolare per le donne perché hanno avuto una carriera discontinua, con qualifiche più basse e sono state pagate meno. Ora le lavoratrici di ieri sono spesso donne anziane e sole ed in queste condizioni è difficile attraversare il mese». Dopo la ricerca resa nota ieri, i sindacati non staranno a guardare: «Sul tema delle pensioni stiamo attendendo di essere convocati e sentiti dal governo: e non solo per chi in pensione c’è già, ma anche per chi sta ancora lavorando e un domani si troverà con assegni bassi». Giovanni Santin © RIPRODUZIONE RISERVATA
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