VENEZIA - Per lui, ieri, è stato l'ultimo giorno di lavoro in Procura: in molti non hanno nascosto una vena di tristezza per una storia professionale che...
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A deliberare il suo collocamento a riposo è stato qualche tempo fa il plenum del Csm che, tra qualche mese, dovrebbe anche definitivamente indicare chi prenderà il suo posto. In realtà al vertice della Procura lagunare è vacante anche il ruolo del procuratore Luigi Delpino, che ha lasciato l'attività a gennaio, e quello appunto dell'aggiunto Carlo Nordio. In pole position per la prestigiosa poltrona di capo della Procura ci sono l'attuale procuratore di Vicenza, Antonino Cappelleri, e quello di Ferrara, Bruno Cherchi. In attesa delle decisioni del Csm, da stamani la Procura di Venezia è retta dall'aggiunto Adelchi d'Ippolito.
Trevigiano di nascita, Carlo Nordio è entrato in magistratura nel 1977. Negli anni Ottanta è stato tra i pm delle inchieste sulle Brigate Rosse venete. Poi all'inizio degli anni Novanta, una volta esplosa l'inchiesta Mani pulite a Milano, ha indagato sulle coop Rosse del Veneto e anche su molti altri filoni d'inchiesta regionali, mentre in questi ultimi anni ha concentrato la sua attenzione soprattutto sull'inchiesta del Mose come coordinatore dell'enorme lavoro dei pm Stefano Ancilotto e Stefano Buccini.
Autore di diversi libri sulla giustizia, Nordio ha anche scritto un romanzo. Il suo impegno come magistrato si è spinto anche oltre i confini lagunari con incarichi come consulente per la Commissione parlamentare sul terrorismo. Chiamato dall'allora ministro della Giustizia, Roberto Castelli, è stato anche presidente della Commissione ministeriale per la riforma del codice penale. Ed anche per queste responsabilità nel 2011 si parlò di lui come possibile Ministro guardasigilli. Collaboratore di riviste specializzate in materia giuridica, è anche editorialista de Il Gazzettino e del Messaggero di Roma.
Il Gazzettino