I dubbi sul pellet con il bostrico, ma gli esperti rassicurano: «La qualità è garantita»

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PORDENONE/UDINE - È a Majano, nel cuore della zona collinare, che una buona parte del legno bostricato delle montagne friulane trova nuova vita e viene distribuito...

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PORDENONE/UDINE - È a Majano, nel cuore della zona collinare, che una buona parte del legno bostricato delle montagne friulane trova nuova vita e viene distribuito almeno in tutto il Nord Italia. Agriplant, l'azienda di Conegliano che dall'86 opera nel mondo dell'agricoltura, nel 2021 ha deciso infatti di costruire in Friuli un importante impianto per la produzione di pellet, con l'idea di attingere materia prima pregiata dai boschi della Carnia, del Canal del Ferro e anche dall'area del Bellunese. «Ogni giorno arrivano nel nostro sito produttivo 4-5 camion di tronchi spiega il presidente di Agriplant, Adriano Dall'Ongaro -. Il che significa tonnellate e tonnellate di materiale, praticamente tutto abete rosso intaccato dal bostrico».

LA QUALITÀ
Il ciclo produttivo dell'azienda, con le migliori pratiche e tecnologie consolidate del settore, si incarica di trasformare questo legname in performante pellet da utilizzare nelle stufe per il riscaldamento o per la cucina economica. Che l'abete sia stato attaccato dal bostrico per Agriplant non costituisce assolutamente un problema perché, come attestano tecnici e studi, la qualità dell'essenza non è per nulla messa in discussione. Da anni, perciò, ogni giorno a Majano non solo entrano i Tir con i tronchi resi secchi dall'insetto, ma escono camion e camion con tonnellate di pellet da abete rosso da distribuire nei canali di vendita. «Produciamo circa 120 alle 150 tonnellate al giorno», spiega Dall'Ongaro, e la capacità produttiva complessiva dell'impianto è per circa 40mila tonnellate l'anno. I presupposti perché la filiera dal bosco al consumatore funzioni sembrano esserci quindi tutti in Friuli Venezia Giulia e dare una soluzione al problema serio che sta producendo il coleottero, soprattutto da dopo Vaia, quando le piante che sono rimaste in piedi a seguito della tempesta hanno dimostrato un livello di stress tale da essere terreno fertile per il prosperare del bostrico.

IL CONSUMATORE
Tuttavia, a frenare l'efficienza della filiera pare essere quello che si potrebbe chiamare l'ultimo miglio, ovvero proprio il consumatore di pellet, che sembra particolarmente influenzato dal colore del prodotto, piuttosto che dalla sua bontà intrinseca. «Il legname attaccato dal bostrico diventa azzurrino premette Dall'Ongaro -. Ciò comporta che il pellet che deriva da quei tronchi abbia un colore leggermente più scuro rispetto ai pellet prodotto con altro tipo di legno. Un particolare che non piace molto all'acquirente, che tende a non comprarlo». Un comportamento che, per chi conosce le caratteristiche del legno bostricato e del pellet conseguente, non ha assolutamente motivo di esistere, a meno che non si voglia scegliere il pellet secondo criteri estetici piuttosto che di resa. «Il bostrico attacca solo l'abete rosso ricorda Dall'Ongaro -, cioè la migliore essenza per realizzare pellet. Posto che l'insetto fa morire l'albero ma non intacca la qualità del legno, poter avere a disposizione pellet di abete rosso è ciò che di meglio si possa sperare. Infatti prosegue l'esperto è un pellet poco resinoso, praticamente pulito e una stufa alimentata con questa tipologia di prodotto può essere pulita tranquillamente solo una volta a settimana». Agriplant acquista il legno bostricato a un prezzo compreso tra i 60 e i 65 euro a tonnellata, trasformandolo in energia sostenibile per il comfort delle abitazioni.

LA GARANZIA


«Il bostrico sta davvero mangiando i nostri boschi considera Dall'Ongaro ed è opportuno utilizzare al meglio la gran quantità di legname che non ha più vita. Quei tronchi che non possono essere utilizzati diversamente o si trasformano in pellet o finiscono per diventare biomassa». L'impianto di Majano sin dal suo avvio ha puntato ad essere alimentato con materie prime selezionate e di prima qualità. L'implementazione di uno stretto controllo della qualità consente l'accesso alle sole materie prime che rispondono ai requisiti necessari. Perciò, conclude l'imprenditore, «la bontà del pellet è data dalla qualità dell'essenza utilizzata e dalla tipologia di lavorazione, non dal suo colore finale».
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Il Gazzettino