Pedofili rapiti e seviziati in un casolare di Vedelago: chiesti 13 anni di condanne per i due baby giustizieri

Il casolare di Vedelago dove i baby giustizieri rapivano e seviziavano i pedofili
VEDELAGO (TREVISO) - Rapine e sequestri punitivi nei confronti di uomini che cercavano sesso facile, anche con ragazzini. Per i giovanissimi “giustizieri”, due ragazzi...

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VEDELAGO (TREVISO) - Rapine e sequestri punitivi nei confronti di uomini che cercavano sesso facile, anche con ragazzini. Per i giovanissimi “giustizieri”, due ragazzi di 18 e 19 anni che erano stati arrestati in un casolare a Vedelago nel febbraio dello scorso anno insieme a un 15enne (per cui procede la Procura dei minori di Venezia, ndr), sono state presentate le richieste di condanna: 6 anni e 6 mesi di reclusione per il primo, sei anni e otto mesi per il secondo. Gli imputati, ancora agli arresti domiciliari, sono stati ammessi anche al percorso di giustizia riparativa previsto dalla riforma Cartabia. Quattro vittime hanno ritirato la querela, altre due non l’hanno formalizzata, sicché gli episodi di sequestro di persona contestati dalla pm Barbara Sabattini sono calati da 8 a 2. È rimasto immutato, invece, il resto del quadro accusatorio, trattandosi di reati perseguibili d’ufficio. Ovvero, oltre al sequestro di persona, rapina aggravata, indebito utilizzo di carte di credito e porto di oggetti atti a offendere.


LE ACCUSE

La gang in stile Arancia meccanica è accusata di aver sequestrato e rapinato 8 uomini, adescati in chat gay (Grinder, nello specifico) con la promessa di incontri erotici. Si sarebbero ispirati alla docu-serie statunitense “To catch a predator” che smascherava i pedofili. A squarciare il velo sull’operato della banda era stato il blitz dei carabinieri di Castelfranco nel casolare degli orrori, a Vedelago. Ai militari erano stati segnalati movimenti sospetti. Quel giorno (era il febbraio 2023) la gang stava infierendo su un impiegato 50enne. L’uomo era immobilizzato a terra, nello scantinato, legato mani e piedi con il nastro adesivo che gli copriva anche la bocca. Respirava a fatica e aveva botte su tutto il corpo. Un 15enne, a volto coperto, era seduto sopra di lui (pe lui procede il tribunale dei minori di Venezia). Il 18enne, lo minacciava col taser mentre il 19enne era stato fermato qualche minuto prima mentre si allontanava in bici con il bancomat della vittima, per andare a prelevare.

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Il Gazzettino