OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
FELTRE - Il contratto è stato firmato ieri mattina. All’ospedale di Feltre, «per far fronte alla grave carenza di dirigenti medici specialisti nella disciplina di pediatria», arriverà un camice bianco nato in India nel 1949: «Proprio così, ho 75 anni di età e 40 di professione, tanto che sono già in pensione, ma amo ancora questo lavoro», confida il dottor Mathew Kalapurackal, l’ultimo della lunga serie di “gettonisti” ingaggiati dal Veneto. Un fenomeno che l’Autorità nazionale anticorruzione quantifica a livello regionale fra il 2019 e il 2023 in 8,5 milioni di euro, infermieri compresi, ma è evidente che si tratta di un dato sottostimato o comunque parziale, se la Corte dei Conti calcola una spesa di 68 milioni per il solo 2022.
LE PROCEDURE
Il caso dell’Ulss 1 Dolomiti è sintomatico delle difficoltà affrontate dalle aziende sanitarie e ospedaliere nel reperimento del personale. Negli ultimi anni l’area Sanità della Regione ha autorizzato l’assunzione di nove pediatri, ma l’ente non ha potuto coprire tutte la caselle, «nonostante le molteplici procedure attivate», come precisa il commissario Giuseppe Dal Ben nella relativa delibera. Uno specialista è stato assunto a novembre, ma un’altra selezione si è conclusa con l’approvazione di una graduatoria che comprendeva due specializzande risultate idonee, di cui però solo una ha comunicato la propria disponibilità a lavorare a tempo indeterminato. Un concorso per otto posti è attualmente in corso di espletamento. Nell’attesa, è rimasto aperto per sei mesi un avviso per l’ingaggio a termine, ma ad oggi non ha permesso di perfezionare alcunché. A quel punto gli uffici hanno tentato la carta degli incarichi libero-professionali, previsti «in caso di impossibilità di procedere alle assunzioni con rapporto di lavoro dipendente», allo scopo di «poter dare continuità alle attività» dei reparti e di «garantire i Lea», cioè i Livelli essenziali delle prestazioni fissati per legge. Ma è stato necessario ricorrere alla postilla che consente di «conferire incarichi individuali con rapporto di lavoro autonomo a medici già collocati in quiescenza», se non se ne trovano di più giovani.
Ecco allora spiegato l’ingaggio del 75enne Kalapurackal, medico giramondo, attualmente insediato a Marostica. «Sono partito dall’India quando ero un ragazzo – racconta – e ho vissuto anche in Canada.
L’ANALISI
Alle forniture di “gettonisti” in Italia è stata dedicata l’analisi dell’Anac, promossa nel settembre scorso dall’Ufficio rilevazione e monitoraggio prezzi di riferimento, i cui risultati sono stati resi noti in questi giorni. L’approfondimento ha riguardato gli affidamenti pubblici banditi dalle stazioni appaltanti del settore sanità, concentrandosi in particolare su tre specifici codici di gara: medici, infermieri e personale in generale. A livello nazionale è stata conteggiata, nell’arco di cinque anni, una spesa pari a 1,7 miliardi. «Una cifra spropositata, se si pensa che l’intero, prossimo rinnovo contrattuale del personale del comparto sanità - esclusa la dirigenza - dovrebbe valere circa 1,5 miliardi», commenta Antonio de Palma, presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up.
Secondo questa rilevazione, l’esborso del Veneto costituisce all’incirca l’1% del totale, mentre Lombardia e Piemonte assommano insieme il 65%. Pare però di capire che siano stati presi in considerazione solo gli ingaggi tramite le cooperative, o comunque le imprese, mentre il fenomeno delle prestazioni “a gettone” è molto più variegato, come dimostrano appunto le procedure di lavoro autonomo avviate direttamente nei confronti dei singoli liberi professionisti.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino