All’ospedale di Feltre arriva un pediatra indiano di 75 anni: «Amo ancora questo lavoro»

All’ospedale di Feltre arriva un pediatra indiano di 75 anni: «Amo ancora questo lavoro»
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FELTRE - Il contratto è stato firmato ieri mattina. All’ospedale di Feltre, «per far fronte alla grave carenza di dirigenti medici specialisti nella disciplina di pediatria», arriverà un camice bianco nato in India nel 1949: «Proprio così, ho 75 anni di età e 40 di professione, tanto che sono già in pensione, ma amo ancora questo lavoro», confida il dottor Mathew Kalapurackal, l’ultimo della lunga serie di “gettonisti” ingaggiati dal Veneto. Un fenomeno che l’Autorità nazionale anticorruzione quantifica a livello regionale fra il 2019 e il 2023 in 8,5 milioni di euro, infermieri compresi, ma è evidente che si tratta di un dato sottostimato o comunque parziale, se la Corte dei Conti calcola una spesa di 68 milioni per il solo 2022.


LE PROCEDURE
Il caso dell’Ulss 1 Dolomiti è sintomatico delle difficoltà affrontate dalle aziende sanitarie e ospedaliere nel reperimento del personale. Negli ultimi anni l’area Sanità della Regione ha autorizzato l’assunzione di nove pediatri, ma l’ente non ha potuto coprire tutte la caselle, «nonostante le molteplici procedure attivate», come precisa il commissario Giuseppe Dal Ben nella relativa delibera. Uno specialista è stato assunto a novembre, ma un’altra selezione si è conclusa con l’approvazione di una graduatoria che comprendeva due specializzande risultate idonee, di cui però solo una ha comunicato la propria disponibilità a lavorare a tempo indeterminato. Un concorso per otto posti è attualmente in corso di espletamento. Nell’attesa, è rimasto aperto per sei mesi un avviso per l’ingaggio a termine, ma ad oggi non ha permesso di perfezionare alcunché. A quel punto gli uffici hanno tentato la carta degli incarichi libero-professionali, previsti «in caso di impossibilità di procedere alle assunzioni con rapporto di lavoro dipendente», allo scopo di «poter dare continuità alle attività» dei reparti e di «garantire i Lea», cioè i Livelli essenziali delle prestazioni fissati per legge. Ma è stato necessario ricorrere alla postilla che consente di «conferire incarichi individuali con rapporto di lavoro autonomo a medici già collocati in quiescenza», se non se ne trovano di più giovani.
Ecco allora spiegato l’ingaggio del 75enne Kalapurackal, medico giramondo, attualmente insediato a Marostica. «Sono partito dall’India quando ero un ragazzo – racconta – e ho vissuto anche in Canada. Siccome mia moglie è italiana, a un certo punto ho deciso di trasferirmi qui. All’inizio lavoravo nella Pediatria dell’ospedale di Padova, ma mi sono stancato. Per un po’ ho fatto il pediatra di base e infine mi sono dedicato alla libera professione. Tanti “gettonisti”? Questo è il mondo. Parlo con i colleghi e tanti mi dicono lo stesso: in ospedale prendono una paga bassissima e sono poco motivati, così invece ci si sente più gratificati». Per un anno lo specialista presterà un massimo di 13 turni al mese, da 12 ore ciascuno, per un compenso omnicomprensivo lordo di 1.000 euro a giornata, il che ne costerà all’Ulss 1 Dolomiti complessivamente 156.000: poco più di 80 euro all’ora, in linea con la nuova delibera regionale.


L’ANALISI
Alle forniture di “gettonisti” in Italia è stata dedicata l’analisi dell’Anac, promossa nel settembre scorso dall’Ufficio rilevazione e monitoraggio prezzi di riferimento, i cui risultati sono stati resi noti in questi giorni. L’approfondimento ha riguardato gli affidamenti pubblici banditi dalle stazioni appaltanti del settore sanità, concentrandosi in particolare su tre specifici codici di gara: medici, infermieri e personale in generale. A livello nazionale è stata conteggiata, nell’arco di cinque anni, una spesa pari a 1,7 miliardi. «Una cifra spropositata, se si pensa che l’intero, prossimo rinnovo contrattuale del personale del comparto sanità - esclusa la dirigenza - dovrebbe valere circa 1,5 miliardi», commenta Antonio de Palma, presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up. 


Secondo questa rilevazione, l’esborso del Veneto costituisce all’incirca l’1% del totale, mentre Lombardia e Piemonte assommano insieme il 65%. Pare però di capire che siano stati presi in considerazione solo gli ingaggi tramite le cooperative, o comunque le imprese, mentre il fenomeno delle prestazioni “a gettone” è molto più variegato, come dimostrano appunto le procedure di lavoro autonomo avviate direttamente nei confronti dei singoli liberi professionisti. 
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Il Gazzettino